(A. Schianchi) – La Roma debordante del primo tempo, che mette alle corde la Fiorentina e manda un chiaro di messaggio di sfida alla Juve, si appoggia sui muscoli di Nainggolan e sulle invenzioni di Pjanic. E’ quest’ultimo a dettare i tempi delle azioni, a capire quando è il caso di accelerare (quasi sempre) e quando invece conviene temporeggiare. Parte dalla posizione di mezzala destra e taglia verso il centro del campo andando a occupare un ruolo ibrido: un po’ trequartista e un po’ finto centravanti. Le due ali Gervinho e Iturbe, con uno come Pjanic a imbeccarle, non hanno che da correre e superare in velocità il diretto avversario: a recapitare il pallone sui loro piedi ci pensa il bosniaco.
Zona calda Anche i numeri spiegano l’importanza del centrocampista giallorosso nell’economia del gioco di Rudi Garcia. Pjanic è il giocatore che tocca più palloni (93), è quello che crea più occasioni (5), è quello che effettua più dribbling (4). Tanta sostanza, oltre all’eleganza dei modi. Inoltre ci sono 70 passaggi effettuati e soltanto 7 sbagliati: considerando che i tocchi Pjanic li fa soprattutto nella metà campo avversaria, quindi dove gli spazi sono più intasati e dove il pressing nemico diventa spesso asfissiante, il dato è tutt’altro che trascurabile. Diciamo che, quando si consegna il pallone nei piedi del bosniaco, è come metterlo in banca. Qualcosa si può migliorare, ed è normale: ad esempio, le palle perse da Pjanic sono 15 (5 quelle recuperate) e in certi casi è necessaria una maggiore concentrazione nella gestione della manovra. Ma sono piccoli dettagli, niente di preoccupante.
Poca qualità L’omologo di Pjanic nella Fiorentina dovrebbe essere Borja Valero. Il condizionale è obbligatorio, visto che lo spagnolo si vede poco nel ruolo di trequartista o di «cucitore» di gioco. Sono soltanto 51 i tocchi di Borja Valero, e 39 i passaggi (6 errori). Ciò significa che la Fiorentina, pressata dalla Roma in tutte le zone, ha faticato parecchio a trovare il suo faro per illuminare la manovra. Nel suo tabellino ci sono soltanto 1 cross e 2 sponde a vantaggio dei compagni, e poi 13 palloni persi, 3 recuperati e 2 dribbling sbagliati. In pratica, alla Viola è mancata la solita qualità che il centrocampista mette nella partita. E’ vero che nella ripresa la squadra di Montella riesce a rialzarsi e a rendersi pericolosa, e Borja Valero aiuta non poco la squadra a invertire la rotta, tuttavia il centrocampo viola non dà mai l’impressione di poter mandare al tappeto quello giallorosso. Probabilmente è l’inconsistenza offensiva a penalizzare la Fiorentina: Mario Gomez tocca soltanto 24 palloni in 90 minuti, segno chiaro che viene chiamato raramente in causa dai compagni e che lui, per caratteristiche fisiche e tecniche, non è un centravanti adatto a partecipare alla manovra. E’ solo la prima giornata. d’accordo, ma la strada da fare è davvero parecchia.