(F. Licari) – Bayern City potrebbe essere benissimo una semifinale, eppure la Roma se le ritrova nei gruppi e non c’è niente da sorridere. L’Atletico s’è visto sfuggire l’ultima finale ai supplementari e adesso riparte dalla Juve (più Olympiacos e Malmö). Ai giallorossi non è andata bene per niente: un sorteggio tremendo che, però, può capitare partendo dalla quarta fascia. Ai bianconeri meglio, ma guai a sottovalutare i greci (che nella scorsa stagione si fermarono agli ottavi contro lo United). Sono tempi duri per l’Italia: fuori il Napoli, soltanto due club tra le 32 finaliste, il sorpasso del Portogallo nel ranking e quella spiacevole sensazione di paura, di non essere all’altezza, che sembrava avessimo cancellato e che invece è di nuovo qui, conseguenza di risultati non più memorabili. Ultimo successo nel 2010, l’Inter di Mourinho, e da allora aspettiamo invano la stagione della rinascita. Ma si può competere con i ricchi e potenti club del post fair play finanziario?
Juve atletica A marzo Simeone atterrò il Milan di Seedorf nell’eliminazione diretta. È cambiato: addio Courtois, ora è ballottaggio tra Moyá e il promettente portiere Oblak; byebye Diego Costa, ma ecco Mandzukic, mostruoso nel 2013 quando il suo Bayern eliminò i bianconeri. E poi è rimasto Koke, anima in mediana, ed è arrivato il francese Griezmann: sulla carta la Juve parte sfavorita. Fosse rimasto Conte sai che sfida con l’alter ego (per carattere, voglia, grinta) Simeone: toccherà invece ad Allegri cercare contromisure e, con Pirlo a rischio il 1° ottobre, sarà meno facile. Si dice: conta arrivare tra le prime due e, con Olympiacos (Grecia) e Malmö (Svezia), l’obiettivo è alla portata. Però il secondo posto obbliga poi a ottavi da paura. Che Allegri scelga il modulo e non s’accontenti: è l’unica. Se poi arrivasse Falcao, un ex Atletico, meglio ancora.
Roma, che rientro Se la Juve fallisse sarebbe un mezzo disastro. Con la Roma, sulla carta, meglio essere più indulgenti, stretta com’è tra il Bayern che sfoggerà, oltre a Lewandowski, anche l’ex Benatia, e il City punito ma non troppo dal fair play. La gerarchia è impietosa ma la Roma vista nel 2013-14, e il mercato comunque eccellente dalla mediana in su, inducono a un discreto ottimismo. L’anno scorso il Napoli rimase beffato da Arsenal e Borussia per differenza gol: vietato ripetersi. Con il Cska obbligatorio bottino pieno dal debutto. La Roma potrebbe pagare lo scotto dell’esordio o lasciarsi trascinare dall’entusiasmo del rientro: speriamo nella seconda.
Niente Napoli e… A ballare l’«Hully Gully», diceva quella canzone, sono rimaste in due perché il Napoli ha fatto una figuraccia con l’Athletic. Due italiane è ben poco e si spera che, almeno in Euroleague, Higuain riesca a conquistare punti utili per il coefficiente, visto che il Portogallo è davanti (5°) e ha tre club. Fino al 6° posto nel ranking si mantengono tre squadre, poi il crollo diventerebbe mortale. Oggi, con l’eliminazione degli azzurri, Juve e Roma si divideranno una ventina di milioni ma i discorsi si fanno a lunga scadenza: un’italiana eliminata è una sconfitta anche per chi è rimasto.
Ok Mou, Real, Barça Sorteggio equilibrato negli altri gruppi. Non avrà problemi il Chelsea con Schalke, Sporting e Maribor. Leggermente più complicato per il Real che, oltre al debuttante Ludogorets, trova il Liverpool di Balotelli e il tostissimo Basilea di Paulo Sousa: per NormalMario, visti i chiari di luna, esame al Bernabeu. Infine il Barça: che sfiderà il Psg per il primato ma non può temere Ajax e Apoel, su. Chi rischia di più è una tra l’Arsenal e il Borussia di Immobile con il Galatasaray di Cesare Prandelli, scomodissimo terzo pretendente alla qualificazione. In bocca al lupo ai due italiani. Meno affascinanti i gruppi con teste di serie portoghesi: Benfica, Porto e ranking ringraziano.
Spray e gialli Dal 2015-16 comincerà il nuovo ciclo triennale di Champions con, si presume, aumento dei premi. Ma da quest’anno un paio di novità niente male: una annunciata, e cioè lo spray per le barriere; l’altra, seppur in ritardo, benvenuta, con la cancellazione dei «gialli» dopo i quarti, come al Mondiale, per evitare altri casi Nedved (fuori dalla finale 2003). E appuntamento lontano, con la finale del 6 giugno (addirittura) a Berlino. Per un epilogo italiano attendere il 2016: Milano ce l’ha fatta.