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GAZZETTA DELLO SPORT Tavecchio accerchiato

Carlo Tavecchio
Carlo Tavecchio

(M. Iaria/V. Piccioni) Il fronte No Tav, calcisticamente parlando, si allarga.

La nuova lettera della Fifa alla Federcalcio che chiede se non sia il caso di «valutare» la vicenda con l’organismo giudiziario competente prima dell’11 agosto, i «non ci stiamo più» pubblici in Serie A, quelli non dichiarati in Lega Pro dove persino il presidente firma dichiarazioni che fanno pensare a uno «smarcamento» prima di ribadire l’appoggio al leader dei Dilettanti con un comunicato: la lista è lunga. Mentre John Elkann, a margine dell’assemblea degli azionisti Fiat, parla di frasi di Tavecchio di un’«inadeguatezza assoluta» e sottolinea che «chi aspira a certe cariche deve avere comportamenti adeguati».

SERIE A SPACCATA  In Serie A la correzione di rotta del Cagliari è diventata ufficiale e anche il Cesena, con il suo presidente Giorgio Lugaresi ha ormai definitivamente passato il guado: «Tavecchio è inadeguato, non possiamo far passare tutto. Un ragazzino dell’Atalanta è stato squalificato per dieci giornate per una frase discriminatoria, figurarsi il presidente federale».Sembrano ancora nel limbo Empoli e Sampdoria, ma Mihajlovic ieri ha detto: «Albertini è l’uomo giusto». Ma i mal di pancia sarebbero più diffusi. I «tavecchiani» avrebbero 11 voti su 20, così Urbano Cairo, presidente del Torino, può parlare di spaccatura «C’è stato uno smottamento, siamo già 8-9. Una Serie A che non appoggia va tenuta in conto». 

MACCHE’ SOUSPANCE Questa geografia che cambia non spaventa Claudio Lotito, il grande elettore numero uno di Tavecchio (o due se si attribuisce il titolo a Galliani): «Non scrivete di suspense, non ci sarà». Quanto a Napoli e Inter, che nella storia recente di Lega avevano assunto una posizione diversa rispetto all’asse Lotito-Galliani, il sismografo non registra per il momento sussulti.

GIALLO Lega Pro Grandi movimenti in Lega Pro, che lunedì riunirà le sue società a Firenze. In teoria, non c’è stato mai un pronunciamento ufficiale pro Tavecchio e ieri se n’è avuto almeno per metà la riprova quando il presidente Mario Macalli ha inizialmente rimandato una presa di posizione a lunedì. Condendo l’osservazione con dichiarazioni che non erano proprio manifesti elettorali pro Tavecchio. «Se fa bene ad andare avanti? Dovreste chiederlo a lui, non a me». E poi: «Il comunicato congiunto che ho firmato con gli altri presidenti di Leghe non era sull’appoggio a Tavecchio ma sul no al commissariamento». Segnali naturalmente molto significativi da parte di un personaggio chiave della maggioranza tavecchiana, indicato da tutti come il futuro vicepresidente. Segnali però che in qualche quarto d’ora sono stati corretti da un lapidario comunicato firmato dallo stesso Macalli: «Si ribadisce, a scanso di equivoci, il sostegno da parte della Lega Pro e delle sue società alla candidatura del presidente Tavecchio». Ma quante saranno le società? Secondo le ultime proiezioni il numero delle dissidenti sarebbe salito a una quindicina.

LA LETTERA DELLA FIFA  Quanto alla nuova lettera della Fifa alla Federcalcio, difficilmente la «valutazione» porterà effetti. Non ci sarà l’apertura di un’inchiesta, lo precisa Giancarlo Abete alla sua ultima conferenza stampa da presidente federale, visto che le dichiarazioni di Tavecchio su banane e calciatori stranieri sono state pubbliche e quindi non c’è niente da scoprire. La Federcalcio, con il suo direttore generale Antonello Valentini, illustrerà nella risposta le norme che regolano la giustizia sportiva in Italia e la sua autonomia. La materia sarebbe eventualmente del procuratore Stefano Palazzi, spetta a lui decidere se la frase di Tavecchio possa rientrare fra quelle sanzionabili.

ACCORDI COMPLICATI Al Consiglio federale di ieri, a parte qualche frizione verbale derubricata dai protagonisti a normalità dialettica, fra Assocalciatori e Lotito, l’atmosfera non è stata particolarmente tesa. Ma le parti restano distantissime e Tommasi giudica «impossibile» l’ipotesi di un calciatore vice con Tavecchio presidente come formula per la tregua.

PASSI INDIETRO  Il problema però è: chi fa il passo indietro? Anche perché Albertini non molla, mentre Tavecchio si limita a rispondere a una domanda su una frase che giovedì sera era stata pronunciata da Malagò: «Rispondere alla mia coscienza? E’ un fatto individuale, non pubblico». Che può essere letta in tanti modi. Fra i suoi «tifosi» tutti giurano che ha tanta voglia di lottare e di andare avanti. Altrove si immaginano invece altri scenari con il presidente dei Dilettanti che starebbe valutando tutte le ipotesi, compresa quella di rinunciare nel prossimo incontro al Coni. Incontro che però non risulta ufficialmente convocato. Malagò s’è concesso un weekend di riflessione: non ha intenzione di forzare la mano, ma il monitoraggio della situazione è continuo.Ed è sempre in piedi la strada che sul ponte rinuncia di Tavecchio-mancata maggioranza per Albertini, porta al commissariamento e al suo nome. 

ASSEMBLEA DIMEZZATA  Intanto, l’assemblea dell’11 agosto si è dimezzata. Resta solo l’ordine del giorno elettorale, viene cancellata la parte che sarebbe stata dedicata a possibili modifiche dello Statuto. D’altronde, con l’aria che tira, pensare a un armistizio Leghe-componenti tecniche per modificare qualsiasi norma, era difficile. 

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