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IL MESSAGGERO Garcia prepara le sue frecce

Rudi Garcia
Rudi Garcia

(A. Angeloni) – Si sono visti, conosciuti e piaciuti a Trigoria. Qui in Austria dovranno essere bravi a studiarsi in fretta e a saper convivere, compensando le loro diversità. Lui, Gervinho, sulla fascia sinistra, l’altro, Iturbe, su quella destra. O viceversa. Così uguali, così diversi, uniti da un percorso comune: rendere la Roma imprendibile. Questo è ciò che vogliono tutti, dalla società ai giocatori, specie dopo l’esaltante ultima stagione che ha riportato i colori giallorossi in Champions League. Garcia, specialmente da questo ritiro in Austria, ha a disposizione le due ali che voleva, «tra le migliori in circolazione», ha assicurato Mandorlini, che conosce bene soprattutto Iturbe. Due ali rapide, tecniche, capaci di saltare l’uomo con facilità. Gervinho un anno fa è arrivato tra lo scetticismo generale come uno “scarto” dell’Arsenal, Iturbe quest’ anno è stato accolto come il botto del mercato. Entrambi sono, per Rudi, i punti di forza della nuova Roma, le sue frecce. Garcia, che conosce fin troppo Gervais, adesso sta istradando l’ex Verona sulla stessa via del suo pupillo africano, lui sì fondamentale lo scorso anno. Ora il tecnico, in questo soggiorno in Stiria, potrà provarli insieme: dovrà lavorare sulla loro testa e soprattutto sulle gambe. Perché uno, Gervinho, in questa estate non ha mai visto la squadra (per il mondiale prima e per un visto scaduto poi…), l’altro, Iturbe, lo ha fatto ma è ancora troppo indietro. Da oggi si ricomincia e sul serio.

Gemelli diversi –  Uguali e diversi, due ali vecchie maniere: capaci di saltare l’uomo, per dna non segnano tantissimo, ma sono bravi a creare situazioni di gioco pericolose. L’ivoriano ha stupito lo scorso anno anche per la sua “vena” realizzativa (oltre che per i tanti gol – prevedibilmente – sbagliati), mettendo a segno 9 reti, una ogni 301′ (33 presenze, 2709 minuti complessivi). Nel tempo si è guadagnato il ruolo di intoccabile (e non a caso, pure lui, vuole l’aumento). Per questo motivo Garcia si è arrabbiato tantissimo quando ha capito che non lo avrebbe avuto a disposizione negli States. La sua indispensabilità, Gervinho, l’ha mostrata anche nel numero di assist, 10, un record in A. Iturbe più o meno ha le stesse doti, forse con qualche gol in più nei piedi. Ha un fisico diverso rispetto a Gervinho, un po’ più roccioso,potente: 33 presenze, 8 gol e 4 assist andati a buon fine nel Verona. Sei anni separano l’uno dall’altro: Gervais è del ’87, Juan Manuel del ’93. La luna è la stessa, l’ivoriano è nato alla fine di maggio, il 27, mentre l’argentino i primi di giugno, il 4: segno zod acale, lo stesso, gemelli. Sì, ma diversi. Più veloce Gervinho, più potente Iturbe, dicevamo. Entrambi ancora non eccezionali nella fase difensiva e, come ha ammesso Garcia, soprattutto Juan Manuel ha bisogno di imparare a giocare anche quando la squadra è in forcing e la difesa avversaria schierata. Iturbe deve lavorare sui tempi di inserimento, cosa che faceva e fa benissimo Florenzi, un po’ meno Gervinho, che ama – un po’ come il gemello argentino – correre col pallone tra i piedi. Di sicuro la Roma, con queste due frecce, sarà molto più sbilanciata rispetto allo scorso anno e questo comporterà uno sforzo in più loro e di tutta la squadra. Sarebbe stata fondamentale per Garcia la presenza di Maicon, che avrebbe potuto e dovuto capire in fretta i movimenti del suo nuovo compagno di fascia, come lui incline più alla fase offensiva.

Attacco completo –  L’aspetto positivo per il tecnico francese è che avrà a disposizione non solo le ali, ma tutto il parco attaccanti. I due simili per caratteristiche, come detto, sono Iturbe e Gervinho, ma non saranno sempre loro ad occupare le due fasce. Ci sono Ljajic, forse Florenzi (provato anche in altri ruoli), all’occorrenza Emanuelson (per ora da considerare pure Sanabria e Borriello), per non dimenticare i due centravanti, Totti e Destro. Che insieme, forse, vedremo poco. Francesco ha il compito di realizzare e di innescare i compagni, come sempre; Mattia dovrà sfruttare la produzione offensiva di chi gli gioca attorno. Una cosa è certa: chi starà la al centro, con Iturbe e Gervinho (senza dimenticare Ljajic) larghi, di gol ne potrà fare tanti. Sempre in teoria, ovvio.

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