Ferragosto giallorosso di fuoco. La Roma diventa tutta a stelle e a strisce. Unicredit esce dal capitale di Neep holding, la scatola di cui possiede il 31% e a cui fa capo il 78% della società giallorossa e la sua quota passa agli americani di James Pallotta. Si chiude un’era tutto sommato positiva e se ne apre un’altra che dalle premesse potrebbe riservare ulteriori soddisfazioni. Il presidente giallorosso coltiva grosse ambizioni, vuole che durante la sua gestione i tifosi festeggino il quarto scudetto visto che dall’ultimo sono passati 13 anni: erano i tempi di Franco Sensi e di Fabio Capello.
I negoziati – Le trattative fra la banca guidata da Federico Ghizzoni e il presidente del club sono in fase molto avanzata nonostante dal quartier generale dell’istituto di piazza Gae Aulenti si trincerino dietro un silenzio molto rigoroso. Ma al Messaggero risulta che questo week end sarà decisivo per disegnare il nuovo assetto e la firma potrebbe avvenire nei primi giorni della prossima settimana, salvo intoppi, sicuramente prima di ferragosto. Gli avvocati stanno confezionando l’accordo finale tenendo informati i due protagonisti telefonicamente dato che entrambi sono in ferie: l’imprenditore finanziere di Boston in una località dell’Oceano indiano e Paolo Fiorentino, vicedirettore genrale di Unicredit, presidente di Neep e consigliere della Roma, in una località del Mediterraneo. La lontananza, però, dovrebbe essere ininfluente visto che l’operazione è impostata e mancano solo alcuni dettagli, che è compito dei legali definire: Roberto Cappelli dello studio Gianni Origoni Grippo Cappelli e il team di Mauro Baldissoni (studio Tonucci).
Le modalità – Tra questi dettagli ci sarebbero le modalità di pagamento del prezzo che dovrebbe aggirarsi fra 50 e 60 milioni (la somma potrebbe toccare giusto la metà della forchetta). Sembra che il 31% venga girato subito, mentre il pagamento potrebbe essere rateizzato. Non sarebbe comunque un ostacolo visti i buoni rapporti consolidatisi tra le parti nei tre anni di partnership. Pochi i momenti di attrito, l’ultimo avrebbe gettato le basi per l’affare di questi giorni. A febbraio scorso Rothschild, l’advisor che nel 2010 ha gestito l’asta per cedere la As Roma a seguito del salvataggio del gruppo Sensi schiacciato da oltre 350 milioni, aveva individuato un compratore. Era l’imprenditore cinese Chen Feng, 60 anni, fondatore della HNA Group, un conglomerato attivo nell’aviazione, l’edilizia e il turismo, una catena alberghiera a cinque stelle, hotel anche in Italia, a Napoli e Amalfi, un patrimonio globale di 58 miliardi di dollari e 120 mila dipendenti. Feng avrebbe rilevato parte del pacchetto di Unicredit (inizialmente un 9% circa) sindacando la quota con il restante 22% dell’istituto per non indebolire la governance (posti in cda e poteri di veto). E al tavolo del negoziato è stato invitato anche Pallotta per due motivi: primo perché da azionista di maggioranza di Neep ha un diritto di prelazione; secondo perché Feng voleva aumentare la partecipazioni anche attraverso aumenti di capitale investendo 50-100 milioni. Il miliardario cinese, che avrebbe fatto da apripista alla calata in Italia di capitali dello stato orientale, voleva fare le cose in grande. Tra Pallotta e Feng non è scattato il feeling (forse per le differenze patrimoniali) e la trattativa fra Unicre- dit e il magnate cinese è tramontata. Si racconta di una turbolenta telefonata fra Fiorentino e Pallotta nella quale il banchiere napoletano contestava all’imprenditore di Boston la mancata conclusione di un’operazione che avrebbe consentito alla banca di disinvestire in un settore non core. Al termine della telefonata però Pallotta avrebbe lanciato segnali di apertura e disponibilità a rilevare la partecipazione. Il resto sta diventando cronaca di queste ore.