(A. Angeloni) – Questione di dettagli, sostiene Rudi Garcia: il centimetro, l’istante, la parte per fare il tutto, questa la sua ricetta per vincere. La Roma è pronta per inseguire il Grande Sogno. Rudi è meticoloso, sicuro di sé, stavolta non deve studiare niente, conosce tutto. Sa. Guarda dritto all’obiettivo. Le idee sono chiarissime, sia quelle su come impostare la squadra nel suo insieme, sia per ciò che riguarda la gestione dei singoli. La Roma ha un po’ tutto (se non perde qualche pezzo), è un mix di esperienza e spensieratezza, da Totti, Cole, Maicon e Keita fino a Uçan, Ljajic e Florenzi. Per molti, anche per Garcia, la squadra è competitiva, da scudetto e in Champions può fare bella figura. Rudi non vuole sbagliare nulla. Anche in Austria, ad esempio, nella sfida di Vienna non ha fatto giocare chi era sovraccaricato dalle fatiche del lavoro o chi aveva disputato quasi per intero l’amichevole di domenica scorsa a Eltendorf. Ha dato a tutti più o meno lo stesso minutaggio, di allenamento e di gara. Anche nel lavoro, a turno, si sono riposati un po’ tutti, svolgendo in certi pomeriggi solo qualche esercizio di scarico. Chi invece non ha saltato un allenamento è Francesco Totti. Non perché il capitano sia il più bravo e il più bello degli altri, ma semplicemente perché lui, più dei suoi compagni, ha bisogno di lavorare molto in questa fase e magari potersi (doversi) gestire nel corso della stagione. Le fortune della Roma passano dal “progetto Totti” e qualcosa abbiamo intravisto pure nella passata stagione, quando il capitano si è fatto male contro il Napoli e da lì in poi la squadra ha stentato. Come deve giocare, Francesco? Quanto e contro chi? Le settimane quest’anno non prevedono cinque o sei giorni di lavoro a Trigoria, non ci sarà troppo tempo per recuperare dalle partite, perché subito dopo si dovrà rigiocare: campionato e Champions, Champions e campionato, poi la coppa Italia. Viaggi, tanti, e allenamenti pochi. La squadra si terrà in forma durante le partite e tanti giocatori potranno tirare il fiato grazie al turnover (non un credo oltranzista per Garcia) inevitabile.
IL NEMICO STRESS
L’idea dell’allenatore, nella gestione del capitano, è grosso modo questa: provare ad averlo sempre in campo soprattutto all’Olimpico contro grandi e piccole e, se non ci saranno controindicazioni fisiche, pure in qualche grande sfida in trasferta, vedi Milano e Torino. Rudi (e Francesco è d’accordo) vuole fargli giocare un po’ tutte le gare del girone di Champions. Su Totti ovviamente grava il peso dell’età e delle mille battaglie che ha sulle spalle e nelle gambe. Ad esempio, se la Roma gioca a Empoli prima di una trasferta a Madrid, Francesco molto probabilmente sarà a disposizione in Europa e se deve fare uno sforzo lo farà per la partita successiva all’Olimpico.
ORA O MAI PIÙ
Francesco vuole essere ancora protagonista a lungo e deve centellinare le forze. Sa bene che la squadra è di livello ma in là con l’età e che questa stagione sia l’ultima (o quasi) per vincere lo scudetto. E lui sarebbe l’unico giocatore a vincere due titoli con la maglia della Roma. Un record che, visti i ritmi con cui si raggiungono risultati da queste parti, difficilmente qualcuno gli toglierà. Totti spera solo che non vada via nessuno, perché appunto, ora o mai più.