(A. Austini) Un anno fa dava dei «laziali» a chi contestava la Roma. Oggi, vista l’aria di assoluto ottimismo che lo circonda, da uomo saggio affonda il piede sul freno. «C’è una squadra – sottolinea Garcia dalle strade di Philadelphia – che ha vinto gli ultimi tre scudetti e ha preso Evra e Morata. Ora diventa un’outsider? È un po’ strano. La Juve è sempre la favorita, ma faremo di tutto per lottare con loro».
Ci voleva. Perché sulla stagione della Roma si stanno creando premesse molto pericolose: oggi ogni piazzamento diverso dal primo verrebbe considerato un mezzo flop. «Il bello del calcio è che dopo 12 mesi – prosegue Rudi – l’ambiente è totalmente differente, siamo passati dalla catastrofe all’euforia totale. Io sono sempre per le vie di mezzo». Questo non toglie che i giallorossi si sentano in grado di competere per il massimo obiettivo. «Lo scorso anno abbiamo fatto una stagione da record, è adesso dobbiamo essere ambiziosi, io lo sono e punteremo in alto».
La griglia di partenza del campionato si potrà stilare solo a fine mercato. Se la Juve sta per salutare Vidal e comprare chissà chi, la Roma stessa ha situazioni in bilico da gestire come quelle di Benatia e Ljajic. Dopo le parole di Pallotta, il tecnico assicura che Mehdi «darà il 100%, è ovvio, perché è un professionista». Ma poi lo invita a uscire allo scoperto in prima persona: «Spero che tra poco – dice Garcia rivolto ai cronisti – ci sarà anche per lui la possibilità di parlare con voi e di esprimersi. La miglior cosa, per sapere cosa pensa una persona, sono le sue parole».Peccato che al momento non ci sia alcuna conferenza stampa programmata con Benatia, segno che non è ancora il momento di esporsi. Intanto Sabatini si è defilato dalla trattativa per Carrasco. Intuito che uno dei suoi agenti sta utilizzando la Roma per strappare un rinnovo più ricco al Monaco, il diesse ha fatto un passo indietro dopo aver offerto 5 milioni ai francesi. A breve scopriremo se la ritirata è solo strategica.
Garcia spera che la rosa attuale resti intatta e aspetta il rientro di Strootman, che secondo Emanuelson è slittato di tre mesi. «Abbiamo un nuovo dottore quindi – scherza l’allenatore – Kevin è sulla strada giusta, ma voglio che torni quando sarà al 100%».
C’è spazio anche per una stoccata a Tavecchio, in piena sintonia con la linea aziendale decisa da Pallotta. «Il bello di uno spogliatoio è che sono tutti uguali e non si parla di colore della pelle o religione. Dobbiamo lottare il razzismo in ogni modo. E l’esempio deve arrivare anche dai dirigenti». Ma Garcia ha già capito che da queste parti non funziona così.