(S. Pieretti) – La Serie A si spacca, nove club chiedono che Albertini e Tavecchio ritirino la loro candidatura per la carica di presidente federale. «Non appoggiamo e non votiamo nessuno dei due candidati alla presidenza Figc perché per riformare il calcio italiano serve un largo consenso che ora non c’è. Tavecchio e Albertini ne prendano atto e si ritirino».
Il documento rischia di animare questi ultimi giorni che portano alle elezioni: Juve, Roma, Torino, Samp, Sassuolo, Empoli, Cagliari, Cesena e Fiorentina chiedono il commissariamento. Serve l’adesione di un solo club per far assumere all’istanza presentata una valenza fortemente politica: a quel punto Tavecchio avrebbe la metà delle società di serie A contrarie alla sua elezione. Il rischio c’è: di fatto il presidente del Palermo Zamparini la pensa allo stesso modo, Atalanta e Verona valutano l’ipotesi di unirsi al coro degli scontenti, così come il Napoli. In ogni modo sarebbe un problema politico, non numerico; il presidente della Lega Nazionale Dilettanti avrebbe i voti per poter governare, un’amministrazione ordinaria, ma non avrebbe la forza per fare le riforme. A quel punto chiederebbe un commissario ad acta.
Il fronte si sposterà anche sui consiglieri da scegliere per il Consiglio federale: Lotito e Pozzo sono stati candidati a rappresentare la Lega di Serie A, ma stanno dalla stessa parte della barricata, sono pro-Tav.L’opposizione chiederà almeno una poltrona, non Agnelli che si è già chiamato fuori, magari Baldissoni della Roma. In ogni modo Tavecchio non desiste. «Non cambia la sostanza del mio impegno – afferma il presidente della Lnd – la stragrande maggioranza delle società sostiene la mia candidatura di servizio e il mio programma di rinnovamento del calcio italiano: vado avanti».
Il rischio di perdere l’appoggio della Lega di Serie A è concreto, anche se ieri Tavecchio ha incassato anche il voto della Lega di Serie B, nonostante la perdita di consensi e la pessima figura planetaria. «Il fatto che le quattro Leghe trovino unità di intenti – afferma il presidente della Lega di B Andrea Abodi – testimonia la volontà di lavorare per rimodernare il sistema calcio. E’ una tappa di transito». Ma la spallata sembra dietro l’angolo.