(F. Bianchi) – La serie A si spacca, Carlo Tavecchio perde i pezzi: anche l’Empoli si è sfilato. «Ritengo sia giusto non appoggiare più la candidatura del presidente della Lnd Carlo Tavecchio a presidente federale, in quanto le sue recenti e note dichiarazioni si allontanano molto dai nostri principi etici, sportivi e non. Inoltre le stesse dichiarazioni ci pongono in campo internazionale, in una posizione di criticità, che in questo momento non giova al calcio italiano», ha detto il presidente Fabrizio Corsi in una nota. Il candidato alla presidenza della Figc era partito con 18 voti a favore, ora sono scesi a 12 e qualche club (vedi il Cesena) è ancora incerto. Il Cagliari ha chiesto una verifica: si farà l’11 agosto, poco prima delle elezioni. Juve e Roma, ancor prima della gaffe, si erano già espresse per Albertini, le altre metteranno scheda bianca nell’urna. Ma l’associazione calciatori è certa: “Tavecchio sarà costretto a fare un passo indietro”.
È la settimana-chiave per Tavecchio: avrà pressioni per ritirarsi (ma ha garantito che non ci pensa nemmeno), mentre i suoi piccoli e grandi elettori, le quattro Leghe, continueranno a sostenerlo. Potrebbe vincere con il 58% dei consensi, anche se dovesse perdere per strada 8 club di A, 3 di B, 10 di Lega Pro e 9 dei Dilettanti. Per Albertini circa il 32% dei consensi. Resta il dubbio sugli arbitri: hanno il 2 per cento, potrebbero prima astenersi e poi votare il… vincitore. Le schede bianche sarebbero intorno al 10 per cento, non poche. Di sicuro non ci sarà il commissario, a meno che si ritirino i due candidati (impossibile) o anche solo uno dei due: in quarta votazione, infatti, “si procede al ballottaggio” come prevede il regolamento elettorale Figc, articolo 7. In questo caso, vince chi ha un voto più dell’altro. Malagò può andare in ferie.
Settimana-chiave, come detto: lunedì assemblea di Lega Pro, il 7 tocca alla B, il 10 ai calciatori. Lunedì Malagò non incontrerà i due candidati: d’altronde, il tentativo di un accordo fra loro per ora è lontano. Le due parti sono ancora lontanissime e nessuno fa un passo avanti. Damiano Tommasi, n.1 dell’Aic, non ha dubbi: «Il nostro gruppo è rimasto compatto, anzi si sono aggiunti altri e la situazione è cambiata a nostro favore. Lo scenario ora più favorevole ad Albertini». E assicura: «Non c’è nessuna ipotesi che io possa diventare vicepresidente della Figc, noi abbiamo il nostro candidato per la presidenza. Al limite si poteva tentare un accordo prima delle candidature, ora non più. C’è un’altra settimana di tempo per convincere e spiegare bene i punti e i programmi di Albertini. È la scelta giusta. Il nostro l’abbiamo fatto, con noi sono i calciatori e gli allenatori e continuano ad aggiungersi altri». E se qualcuno dovesse sfruttare il calciomercato per guadagnare voti?«Noi pensiamo a dare un presidente alla Federazione e non pensiamo di prendere voti a destra e sinistra». I calciatori non hanno mai pensato di scioperare per la gaffe di Tavecchio. «Semmai, crediamo che non venga eletto» taglia corto Tommasi. E aggiunge, con decisione: «Il disegno delle quattro Leghe è chiaro. Vogliono fare fuori calciatori e allenatori dal governo del calcio. Ma anche se dovessero vincere le elezioni, dove vanno? Non c’è unità d’intenti fra di loro. Del programma di Tavecchio se ne fregano: tanto in due anni non faranno nulla e magari fra sei mesi arriva davvero il commissario… Noi siamo contenti di essere dall’altra parte».
Ma il potente numero 1 dello smisurato mondo dei dilettanti, per il momento continua a smentire la possibilità di un passo indietro, ha parlato con Malagò, venerdì, come se fosse già il nuovo padrone di via Allegri. Ha illustrato al presidente del Coni addirittura il nuovo organigramma compresi il nuovo direttore generale e il ct (Antonio Conte), entrambi di gradimento del Coni. Tavecchio ha proposto all’ex tecnico juventino due anni di contratto, tanto quanto resterà in carica lui, e 1,5 milioni (netti) all’anno. Troppo poco per Conte che in un club guadagnerebbe molto di più: ora si sta trattando sui soldi. Ma Tavecchio, difeso da Gigi Riva («non è razzista»), vuole presentarsi con un colpaccio. Poi, come ha detto Malagò in una recente intervista, “il calcio ha bisogno di meno avventurieri, meno gente col conflitto d’interessi”. Ma alla domanda su Lotito, non ha risposto.