(G. Zonca) – Il portiere della Juventus, Gianluigi Buffon, ha rilasciato un’intervista al quotidiano parlando, tra le altre cose, del prossimo campionato. Queste le sue parole:
Totti ha detto che stavolta la Roma è da scudetto. Che risponde?
«Dopo il campionato dell’anno scorso partono dall’entusiasmo e dalla consapevolezza di essere stati competitivi e di essersi rafforzati. Ai nastri di partenza sono al nostro pari».
Dopo il fallimento mondiale lei ha detto che bisognava ripartire da zero. Invece si parte dal caso Tavecchio.
«La frase delle banane era e resta infelice, poi è stata strumentalizzata ma non è quella a essere determinante. Il futuro del calcio dipende da un cambiamento radicale, da programmi molto più precisi. Già il fatto che ci sia un’atmosfera così è una mezza sconfitta, vediamo se entro l’11 agosto la sconfitta diventa intera».
Tavecchio ha come minimo dimostrato di essere un pessimo comunicatore. Lo considera bruciato?
«In questa diatriba quel che mi dà più fastidio è chi insiste a sostenere a priori qualcuno perché è convinto di avere aiuti in futuro. Se non cambia nulla da qui all’11 tutti noi dobbiamo sentirci collaborazionisti della deriva: giocatori, giornalisti e chiunque graviti intorno al calcio. Levare certe poltrone e cambiare certe logiche di potere che ormai sfiniscono non può essere così complicato. In politica ci provano e nello sport pure, il nuovo presidente Coni ha idee e si presenta come un riformista. Chiunque sia eletto deve avere lo stesso vigore nel trasmettere un senso di responsabilità a chi si ostina a lottare per l’interesse di bottega».
Ha superato l’amarezza mondiale?
«Io non mi infradicio la maglietta di lacrime mi infradicio l’anima».
Sembra peggio.
«Lo è, sono uno di quelli che soffre di più per le disavventure calcistiche. In Brasile abbiamo perso tutto, avevamo l’opportunità di rendere orgoglioso il nostro paese in un momento difficile e i siamo usciti in modo indecoroso. Non so ancora le vere motivazioni di una debacle simile ma sono d’accordo con De Rossi: si vince con gli uomini e non con le figurine».