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L’ANALISI di ROMA-FIORENTINA Dominio del centrocampo e imprevedibilità offensiva: Garcia batte ancora Montella

Gervinho Nainggolan
Gervinho Nainggolan

“Uno dei punti fondamentali del mio gioco è il centrocampo”. Nella sua biografia Rudi Garcia non sarebbe potuto essere più esplicito e la vittoria contro la Fiorentina nasce proprio dal grande lavoro svolto in mezzo al campo. De Rossi guida e protegge, Pjanic osserva e crea, Nainggolan recupera e ispira. Non c’è un solo istante dei 94 minuti in cui i tre centrocampisti della Roma siano stati fermi. Negli ultimi venti, con una forma fisica che ancora non può e non deve essere al top, sono calati e due strepitosi interventi di De Sanctis hanno impedito alla Fiorentina di pareggiare.

RITMO ALTO – Garcia ha studiato alla perfezione l’avversario: con Pizarro appena recuperato e Borja Valero sulla trequarti, l’intensità di gioco bassa avrebbe favorito i toscani. Allora, ecco una Roma che arriva prima e indemoniata su ogni contrasto, su ogni palla vagante. Alla fine saranno 51 i contrasti vinti dai giallorossi, con la Fiorentina che porterà a casa un possesso palla pari al 43%, come non le succedeva da 76 partite (dati Opta). Pjanic si piazza quasi trequartista rimanendo a tratti il romanista più avanzato. Totti cerca la posizione ideale lasciando al giovane Iturbe rischi e pericoli negli interventi di Rodriguez e Savic. Gervinho sonnecchia venti minuti fino a quando Nainggolan recupera sull’errore di Brillante e lo lancia verso Neto, la cui respinta porterà proprio il belga al suo decimo gol in A. Roma in vantaggio ma ancora affamata: difesa e centrocampo rimangono alti e aggressivi, De Rossi costringe Borja Valero a giocare spalle alla porta azzerando i rifornimenti per gli attaccanti. Montella non fa neanche terminare il primo tempo per abbassare lo spagnolo inserendo Ilicic tra le linee.

DE SANCTIS SALVA GERVINHO – Quante volte si è detto: “Se Gervinho segnasse tutti i gol che sbaglia sarebbe a livello dei migliori al mondo”. L’ivoriano non è in serata di grazia sotto porta e lo conferma anche nella ripresa: Pjanic gli regala una cartolina destinazione rete già francobollata, il numero 27 la spara addosso a Neto. Poi si mette in proprio, ignora i compagni e salta tutti. Davanti a Neto però calcia debole, facendosi chiudere dalla scivolata di Alonso. Sono le due occasioni su cui la Roma rischia di spegnersi: Pjanic non riesce più a sdoppiarsi, “costringendo” Totti a blindare la fascia sinistra con Cole. I giallorossi si abbassano perché Manolas non ha più molte energie. I pericoli comunque arrivano solo su azioni da fermo: i due miracoli di De Sanctis su Ilicic e Babacar portano Garcia ad inserire Keita e Florenzi. Il maliano entra e domina la scena con il suo gioco essenziale. Due tocchi, massimo tre, mai un ricamo di troppo. Alla fine i due migliori in campo, De Sanctis a parte, regalano a Gervinho l’ultima grande occasione. Pjanic e Nainggolan si invertono, il belga rifinisce alla perfezione per l’ivoriano che stavolta salta anche Neto per essere sicuro di segnare. Imprendibile croce e delizia per Garcia che in panchina esplode in una gioia liberatoria. E’ la prima vittoria, contro un avversario importante anche se privo di Cuadrado e Rossi. La sfida alla Juventus è lanciata.

A cura di Daniele Luciani

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