(F. Paladini) – Il Daspo di gruppo? «C’è sempre stato, solo che prima le questure lo comminavano in modo illegittimo e adesso invece diventa ufficiale». Spieghi meglio. «Prima fermavano un pullman con 50 tifosi e trovavano un paio di petardi? Bene: Daspo per tutti. È successo decine e decine di volte ma non se ne parla perché il garantismo per gli ultrà non vale. Come non vale la Costituzione che dice che la responsabilità penale è personale». E il divieto di trasferte? «Anche quello, di fatto, c’è da 3 anni e quasi nessuno va più in trasferta. Prenda la mitica Inghilterra, la Francia, la Germania, la Spagna: in nessuno di questi paesi le trasferte sono vietate, solo in Italia».
L’avvocato Lorenzo Contucci, 48 anni, è il punto di riferimento per tutti gli ultrà che vanno incontro a sanzioni penali e amministrative ed è molto critico sulle norme varate dal governo per combattere la violenza negli stadi. Ex ultrà della Roma, ha smesso di frequentare la curva dal 2003.
Ammetterà che la violenza ultrà c’è.
Sì c’è, ma c’è sempre stata. Anzi, in passato era molto peggio. Gli anni Ottanta sono stati il punto più nero. Però adesso sembra che sia una emergenza nazionale.
In effetti alla finale Fiorentina-Napoli il povero Ciro Esposito è stato ammazzato.
Esiste il problema della violenza fuori degli stadi perché l’ordine pubblico è carente e perché in Italia si aspetta il morto per prendere decisioni impopolari sull’onda dell’emotività.
Se l’ordine pubblico dipendesse da lei, che cosa farebbe?
Non è un lavoro che si fa in un giorno: si deve partire dalla base, dalla scuola, dall’educazione. So che gestire l’ordine pubblico è difficile, ma quello che non va bene sono le norme demagogiche come la Tessera del tifoso. Inutile ai fini della sicurezza, ma utile perché faceva guadagnare soldi alle banche. Ora si sono accorti che non serve a nulla, che avevamo ragione noi.
Ma lei che cosa farebbe, subito?
Il Daspo mi sta anche bene, ma deve essere dato da un giudice, come avviene in Inghilterra. LI arriva anche a 10 anni, ma viene comminato dopo un contraddittorio tra le parti. Qui, invece, è sanzione data dal prefetto. Se mi oppongo al Daspo devo versare al Tar 650 euro. Quanti ragazzi della curva hanno questi soldi?
Però nelle curve degli stadi pochi teppisti impongono spesso agli altri comportamenti violenti. Vanno fermati, no?
Se impedisci tutto, generi rabbia, frustrazione. Se potessi, incentiverei il tifo più coreografico. Il tifo di una curva è anima, è passione, è quel sano casino che ci fa dire che abbiamo i tifosi più belli del mondo. C’è una parte grigia che non è violenta ma può diventarlo. L’odio di molti tifosi nei confronti di polizia e carabinieri nasce proprio dai continui divieti. Si sentono insomma privati del loro diritto di tifare.