(F. BIANCHI) – Ha voluto essere presente a tutti i costi: il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, è partito presto da Sydney dove ha accompagnato il suo club nella lunga trasferta in Estremo Oriente, per raggiungere Roma. Ha avuto un contrattempo a Singapore, si è rotto l’aereo, ma coerente con la sua posizione ci teneva troppo a questa assemblea così importante. E’ arrivato a Fiumicino alle 13.10, in tempo per votare. “Tutto bene? Più o meno…”, ha detto prima di entrare in sala.
Agnelli ha un merito, che pochi altri hanno: parla chiaro e non cambia idea. Ha parlato chiaro nella Sala della Regina alla Camera quando ha definito “inadeguato” Tavecchio e spiegato che ci “vuole un ex calciatore alla guida della Figc e l’uomo giusto è Albertini”. La Juve quindi, in coerenza con la sua posizione presa in tempi non sospetti, ha votato scheda bianca sino in fondo. Enrico Preziosi, parlando con Mauro Baldissoni (dg della Roma), ha avuto parole dure contro Agnelli: “Agnelli ci ha chiesto in ginocchio un posto in consiglio federale. Caro Mauro, stando con lui la mutualità sarebbe stata al 10 per cento…”. La Juve ha subito smentito (“deve solo giustificarsi, Preziosi…”). La Roma, coerente anch’essa, ha votato scheda bianca sino all’ultimo. “Per dare un segnale”, ci ha spiegato Baldissoni. “Mi spiace che altri non l’abbiano capito”. Duro anche Giancarlo Abete, che dopo 7 anni di presidenza Figc ha voluto togliersi qualche sassolino: ha attaccato Malagò (per i suoi “effetti annuncio” sull’abolizione del Tnas) e chi, Agnelli e Baldissoni fra i primi, ha scelto la via del commissariamento, soluzione ritenuta migliore rispetto a quella di Tavecchio. “La cultura del pensiero unico non è fatta per l’Italia. Chi dice che una persona è inadeguata forse lo è lui davvero inadeguato…”. Abete era commosso, al termine per lui una standing ovation e gli abbracci di tanti. “Si candidi, certa gente, invece di sputare veleno…”. Il suo discorso è stato in pratica pro-Tavechio, ma con la classe e la eleganza che lo ha sempre contraddistinto (e adesso sono in molti a rimpiangerlo).
Fonte: repubblica.it