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REPUBBLICA.IT Oltre 70 milioni di euro: la Nazionale è un affare

Italia
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(F.Bianchi) – Carlo Tavecchio ne è convinto: Antonio Conte sarà un affare per la Figc. E per diversi motivi: intanto la Federcalcio non sborserà una “lira in più di quello che costava Prandelli”. Poi una parte consistente dell’ingaggio di Conte lo pagheranno gli sponsor, Puma in testa. Terzo, a breve-medio termine, la Figc incasserà più soldi dalle sponsorizzazioni e forse anche dai diritti tv. E questo grazie, ovviamente, a Conte ma anche al fatto che la Nazionale è sempre un business, nonostante gli ultimi (pessimi) risultati. Dal 2011 al 2014 il giro d’affari della Nazionale è stato di 286 milioni (71,5 di media annuale) così suddivisi: premi Fifa-Uefa 29 milioni, biglietteria partite casalinghe e amichevoli 6 milioni,diritti tv 120 milioni, sponsorizzazioni 121 milioni. Ma si potrà ancora crescere: se ne occuperà Benedetta Geronzi, responsabile marketing di Via Allegri da molti anni. La Puma ha contratto sino al 2018, ma è già pronta ad allungare sino al 2020. Altri sponsor importanti (Tim, Fiat, Uliveto, Alitalia, eccetera) sono in scadenza a fine anno ma sembrano fermamente intenzionati a rinnovare in vista degli Europei 2016 di Francia dove l’Italia, si spera, potrà tornare ad essere protagonista. Inoltre sul fronte tv è prevista una rivoluzione: dal 2014-’15 infatti i diritti delle gare ufficiali sono centralizzati dall’Uefa. La Figc, legata da sempre alla Rai, continuerà a gestire le amichevoli e si aspetta maggiori entrate. Le amichevoli azzurre interessano la stessa Sky mentre è previsto per legge che le gare ufficiali vadano in chiaro. Certo, l’eliminazione con l’Uruguay e il mancato passaggio agli ottavi sono costati alla Figc 6,6 milioni di premi Fifa ma non ci sarà la (temuta) fuga degli sponsor. Anzi, a via Allegri sono convinti che aumenteranno anche perché l’interesse dei tifosi per la Nazionale resta sempre molto alto (56% contro il 65% della Spagna ma più di Germania, Inghilterra e Francia).

Tavecchio sarà ruvido, di scarso glamour e capace, purtroppo, di incappare in gaffes (ma ora starà attento): di sicuro però, avendo lavorato per anni in banca, i conti li sa fare meglio di altri. E ha già previsto per la Figc un attento piano di ricavi e di tagli (ad esempio Arrigo Sacchi non verrà sostituito al Club Italia: l’ex ct prendeva 350.000 euro netti all’anno, non poco).

Giancarlo Abete e il dg Antonello Valentini hanno lasciato a Tavecchio una Federcalcio sana e patrimonialmente in equilibrio. I 68 milioni di euro che arrivano dai contributi Coni vengono riservati per le spese arbitrali, l’antidoping, il funzionamento della giustizia sportiva e in piccola parte per il settore giovanile. Non un euro va alle Nazionali, che, come si è visto, vivono di vita propria. Il valore della produzione per il 2014 è previsto intorno ai 153 milioni, in calo rispetto all’anno precedente. Il patrimonio netto è superiore ai 30 milioni. La Figc, una delle poche Federazioni a mettere il suo bilancio sul sito (www.figc.it), ha dimostrato al Coni, ente controllante, come ha speso i soldi dei contributi. E il Coni si è complimentato. I revisori dei conti di via Allegri (presidente Giuliano Genchi, Silvio Salini e Valter Pastena: prima della riforma c’era anche Dino Feliziani) per maggiore verifica sui conti centrali e periferici hanno “ingaggiato”, a loro spese, anche la Deloitte. Un esempio di trasparenza anche per altre Federazioni…

Domani, come si sa, primo consiglio federale dell’era-Tavecchio: un altro è previsto verso fine mese. Prime nomine, nasce la “squadra”. Il dg Michele Uva sarà operativo più avanti, ma intanto verranno eletti i due vicepresidenti federali (Beretta e Macalli). In “squadra” entreranno Gravina (manager del Club Italia), Perrotta, Fiona May, Abodi (presidente di Federcalcio srl), Butti, Teotino, e forse ci sarà qualche altra sorpresa. E Lotito? Guiderà l’importante commissione riforme. C’è tempo due anni per lasciare il segno.

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