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RITIRO AS ROMA De Sanctis: “La presenza degli americani è positiva. Benatia? Potrebbe arrivare uno più forte” (AUDIO, FOTO, VIDEO)

De Sanctis As Roma Austria

Alle ore 12.30 protagonista Morgan De Sanctis. Il portiere giallorosso parlerà all’indomani della vittoria di Carlo Tavecchio come presidente della FIGC.

Benatia: ti preoccupa la cessione o credi non esistano incedibili?

“Il calcio italiano vive un momento di esportazione. Per ciò che riguarda noi calciatori non possiamo far altro. A Medhi devo riconoscere che ha sempre fatto tutto con la massima disponibilità e il massimo impegno. Si sta comportando da professionista esemplare e non è cambiato nulla rispetto all’anno scorso quando è stato un punto di forza in campo e nello spogliatoio. Perderlo potrebbe essere una cosa negativa ma mi rifaccio alla seconda parte della domanda: ci sono delle situazioni che prevodono sacrifici. Questi sacrifici non sempre sono a perdere, ma anche a guadagnare. Se vogliamo essere di memoria cortissima basti pensare a ciò che è successo l’anno scorso: in questa piazza si piangeva la partenza di grandissimi talenti e invece sono arrivati giocatori non tanto esaltati all’inizio ma che hanno dimostrato di essere funzionali”.

L’elezione di Tavecchio?

“La mia idea era che Albertini potesse essere la soluzione ideale per un momento delicatissimo del calcio che richiede rinnovamento Purtroppo la candidatura non ha riscosso consensi, ha vinto Tavecchio. Io sarò nel consiglio Federale: l’auspicio migliore è che Tavecchio possa in questi due anni e mezzo di mandato fare in modo che possa avere sussulti. Noi siamo all’opposizione ma libera di giudicare tutte le cose che il Presidente vorrà fare con la sua maggioranza”.

 

Una squadra un pò in la con gli anni?

“Sento di condividerlo per un discorso personale, da calciatore che vuoi o non vuoi sta terminando la carriera. Gli anni passano, non potrò giocare per sempre. La volontà di chiudere in bellezza la carriera c’è assolutamente. Sulla Roma, non posso non immaginare che questa società, per come sta impostando il lavoro, i tifosi possono stare tranquilli che il futuro è importante. Sull’aspetto di vincere contano tantissime cose: sarebbe auspicabile non trovarsi davanti una squadra che faccia più di cento punti”.

Ci racconti il backstage dell’elezione di ieri? Cosa pensi dell’acquisizione delle quote Unicredit da Pallotta?

“Per quella che è stata la mia esperienza nell’ultimo anno, vedo come una cosa assolutamente positiva la presenza degli americani. Che sia una presenza totalitaria anche è positiva: la società sta facendo cose innovative. Complessivamente, il lavoro di questa società è un lavoro di innovazione. Spero che il sistema calcio italiano non sia di profondo ostacolo a questo modo di fare sport.La Roma è una grande opportunità che può essere da esempio per un rinnovamento del calcio italiano: ho vissuto la quarta elezione, iniziai con Carraro, e questa è stata la più combattuta, nonostante nelle intenzioni di voto si sapesse già come sarebbero andate le cose. E’ politica al cento per cento: ho smesso di idealizzare lo sport, in quanto sport, appena ho iniziato la mia attività sindacale. Ci sono degli interessi talmente grandi che vengono fatti dei giochi politici legittimi, o meno, corretti, o meno. Mi augurerei sempre che certe volte venissero messi da parte certi interessi in favore di quelli collettivi: non è ancora il momento per un certo tipo di responsabilità”.

Le tue condizioni fisiche?

“Le mie condizioni sono buone. Mi sono operato il 21 maggio, la prognosi era di 90 giorni. Siamo all’82esimo e da oggi torno a stare con la squadra. Non ho avuto alcun tipo di problema quindi sono al 100% a disposizione del mister Garcia. Sull’anno scorso sono stati i risultati a legittimare le parole che usai all’Open Day: quest’anno non penso di fare particolari discorsi, non servono. L’anno scorso bisognava garantire qualcosa ai tifosi, prendersi delle responsabilità. Quest’anno mi limito a parlare di umiltà: vogliamo fare in modo che sia fuoriera di grandi risultati”.

Prospettive di carriera? Le tue emozioni passate.

“Non posso far altro che vivere alla giornata. Non ho l’ambizione di giocare fino a 50 anni, non posso escludere di chiudere la carriera a fine stagione. Mi sono ripromesso di affrontare il discorso con la società a tempo debito. Le mie energie, anche rispetto al fatto che ho preso questo impegno da consigliere Federale, sono assolutamente concentrate sulla Roma perchè questa sarà una stagione impegnativa. Da oggi fino al 26 maggio l’obiettivo sarà quello che ciò che verrà fatto, venga fatto bene. Le emozioni? Spero che riusciremo a conquistarla quest’anno. Non ho vinto tantissimo in carriera: non ho mai giocato in squadre costruite per vincere. Questa lo è, e mi auguro di farlo quest’anno, perchè ho 38 anni ed è giusto pensare in questa maniera”.

De Sanctis Conferenza Austria 2
De Sanctis Conferenza Austria 2

Difficile organizzare il lavoro dopo il Mondiale, con i ritardi di alcuni?

“I miei compagni di squadra che hanno partecipato al Mondiale non sono andati particolarmente bene. Ahimè, per loro, sono rientrati tutti presto. Abbiamo ancora quasi tre settimane per preparare la prima di campionato quindi non credo ci siano particolari difficoltà. Per ciò che si è visto in questa prima fase di pre-stagione, vogliamo ricostruire il più possibile e migliorarla, la prerogativa della prima parte del campionato dello scorso anno quando abbiamo vinto partite facendo gioco, e con solidità difensiva. C’è tempo per farlo, manca solo Maicon: c’è stato il tempo e ci sarà per lavorare insieme”.

Come può essere migliorata questa squadra?

“La società ha indicato la squadra. Ci saranno partite in più fino a dicembre, la rosa è stata ampliata. Queste 6 partite creeranno una dispersione di energie, anche considerate le grandi squadre che andremo ad affrontare. Si è dovuta allargare la rosa per quantità e qualità: io sull’atteggiamento e sul valore emotivo credo tantissimo. QUesto è frutto di lavoro quotidiano che devono fare i giocatori più esperti, comunicativi. E lo farà anche l’allenatore: la mentalità si costruisce giorno dopo giorno. Siamo qui perchè sono maggiore i tempi di comunione: questo serve per istaurare una partecipazione collettiva che ci servirà nei momenti di criticità. SOno molto ottimista e molto ambizioso. Questa squadra ha tutte le carte in regola per far bene, fermo restando l’umiltà e il sacrificio da cui nascono i segreti per il successo”.

Gap colmato con la Juve?

“La Juve resta la squadra più forte, non ha praticamente cambiato tantissimo. Sono andati via giocatori che negli ultimi tempi avevano un ruolo marginale: resta una rosa che ha fatto 102 punti in campionato. Tutti parlano del cambio di Conte che potrebbe condizionare… Non ci credo tanto, contano i giocatori che scendono in campo e non credo che concederanno qualcosa. Pensare che possano ripetersi, anche questo vedo come condizione difficile da ripetersi. Ho voglia, ansia di ricominciare il campionato. Vedremo quello che succederà. E’ vero, l’anno scorso pressione non c’era, però immagino che possiate rendervi conto che la pressione è salita dopo le 10 vittorie di fila. Il bilancio dell’anno scorso l’ho fatto: la squadra, a un certo punto, escludendo le ultime 3 partite, ha fatto il miglior campionato possibile. Qualcun altro lo ha fatto meglio di noi per tutta una serie di motivi o meriti”.

Confronto tra senatori a fine stagione?

“Nessuno si erge a paladino. Tutti ci rendiamo conto della possibilità che abbiamo di vincere nella Roma, in questa città. La riflessione tutti la facciamo singolarmente e spesso ci capita di ripeterci: a volte sullo scherzo, altre no. Non riguarda solo i giocatori più esperti: ci rendiamo conto che vincere in una società storicamente non abituata a vincere, porterebbe una soddisfazione diversa rispetto a quella che ci sarebbe in altri posti. Questa è una bella opportunità per tutti. D’altro canto è vero pure che il grande professionista non è quello che non cambia maglia per 50 anni o altro: il grande professionista è quello che, stando in un contesto, prende il proprio stipendio, rispetta i tifosi e da il proprio meglio. Quello che succede ora nel calcio italiano, era ciò che accadeva al contrario 20 anni fa. Gli sceicchi di adesso 20 anni fa erano Moratti, Berlusconi, Cragnotti, Tanzi. Sono cambiate le cose, ne prendiamo atto. Anche una società come la Roma deve pensare di poter fare dei sacrifici: se i soldi vengono spesi bene, possono diventare spunto per fare meglio”.

Se andasse via Benatia sentiresti di rassicurare i tifosi sull’unità del gruppo?

“Mi sento di rassicurarli perchè in campo do il meglio. Non posso immaginare che la partenza eventuale di un giocatore possa condizionare la stagione di una squadra. Non esiste, potrei fare mille esempi. La partenza di Ibrahimovic al Barcellona ha spostato gli equilibri: l’Inter in quel momento fece pure una plusvalenza. Vanno colte le opportunità”.

Ti aspetti una parità di trattamento arbitrale con la Juventus? Venerdì sarai in campo?

“Adesso rientro a pieno regime. Gli 80 giorni non mi preoccupano quando hai più di 500 partite… L’anno scorso ho prestato il fianco con i discorsi sugli arbitri. Ho la mia idea del sistema calcio italia, che non si distacca al sistema paese, in tutti gli ambiti quotidiani a tutti i livelli. Il calcio non si discosta da questo: l’ambizione, l’entusiasmo di poter avere un calcio uguale per tutti c’è sempre. Altrimenti il calciatore non può far bene il suo lavoro se non crede in questo. Durante la stagione si verificheranno alcune situazioni: se verranno gestite bene da tutti vorrà dire che il campionato sarà stato bello e avvincente e vincerà il migliore, alla fine”.

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