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STADIO ROMA Marino: “Investimenti privati di circa un miliardo e mezzo”. Caudo: “60 milioni verranno investiti in trasporto su ferro”.

Stadio della Roma
Stadio della Roma

Partita vinta in trasferta a New York per il sindaco di Roma e il suo assessore alla Trasformazione Urbana. Ignazio Marino e Giovanni Caudo hanno ottenuto l’ok dal presidente della AS Roma James Pallotta e dal suo gruppo finanziario Raptor Groupsu due nodi cruciali che faciliteranno il via libera allo Stadio della Roma: la riduzione di cubatura e l’aumento di investimento per rendere il progetto del nuovo stadio giallorosso un’opera di interesse pubblico.

“Avevamo ricevuto una proposta – racconta l’assessore Caudo da New York – l’abbiamo esaminata e abbiamo chiesto delle modifiche. La cordata AS Roma pensava di spendere 270 milioni investendo solo il 4% in trasporti su ferro, e abbiamo ottenuto che ne spendano 319, di cui 60 (il 20%) andranno ai trasporti su ferro”. Non solo, “pensavano di vedersi compensati tutti i 270 milioni di opere e invece – aggiunge Caudo – nonostante l’incremento delle opere a 319 gli riconosciamo di interesse pubblico solo 195 milioni, di cui 60 appunto sono per i trasporti pubblici”. Un risultato importante per la pubblica amministrazione che sta lavorando con tempi rapidi per dare garanzie all’investimento privato, ma che chiede fermamente un ritorno per i cittadini di Roma e per quanti usufruiranno di questo polo per lo sport e per il tempo libero, che ha tutte le carte in regola “per essere il primo al mondo – come ha detto James Pallotta ieri a New York –per i cittadini di Roma e per chi arriverà nella capitale. Solo dall’aeroporto potranno arrivare 30milioni persone e si prevede ne possano arrivare in futuro anche 60milioni”. “Ci stiamo imbarcando in un progetto eccezionale – ha aggiunto Mark Pannes, managing director di Raptor Group  – in cui si combina coraggio, visione e leadership”.

Dal rendering al cantiere, il passo non sarà breve. “Si tratta di un’operazione complessa e ci sono molti interessi contrari – commenta l’assessore Caudo -. In linea generale, ritengo che l’azione della legge sugli stadi che consente ai privati di trovare forme di finanziamento innovativo per le strutture sportive non possa essere vista solo dal punto di vista urbanistico e che metta in difficoltà la regia pubblica. A Roma però – commenta l’assessore – abbiamo ottenuto di far emergere un più chiaro interesse pubblico”.

Il nuovo stadio è stato presentato come un polo avveniristico da 52.500 posti espandibile fino a 60.000 che verrà finanziato interamente dai privati e costruito nell’area di Tor di Valle, a sud-ovest della città. Solo lo stadio costerà 300 milioni ma il costo finale dell’operazione supererà il miliardo. A margine dell’accordo di New York. grazie a complessi meccanismi di compensazione urbanistica si è arrivati anche ad un taglio delle cubature complessive di 102.400 metri cubi.

Sono passati 5 mesi dalla conferenza stampa di presentazione ufficiale dello stadio della Roma e in attesa dell’approvazione da parte del Comune fissata per il prossimo 4 settembre, ieri a New York è stato firmato un accordo importante anche alla presenza del costruttore Luca Parnasi e degli architetti Dan Meis e Daniel Libeskind.

Mesi utili per affinare il design, lavorare sul finanziamento del progetto, affrontare i temi legati alla sicurezza e agli aspetti commerciali, presentare poi al Comune (19 agosto scorso) l’aggiornamento del progetto dopo le richieste della Regione relative allo svincolo tra la nuova viabilità e l’autostrada Roma-Fiumicino. Il nuovo piano prevede infatti l’integrazione di alcune opere tra cui una stazione della metro, un ponte pedonale e un parco sul Tevere. A questo punto l’accordo di New York rende il progetto dello stadio un’opera di pubblico interesse. “Questo incontro – ha spiegato Marino – era necessario: avevamo delle perplessità rispetto al progetto iniziale perché le scelte andavano in direzione opposta alla politica di tipo ambientale che abbiamo deciso di adottare per Roma, anche con le recenti strategie di pedonalizzazione. Stiamo cercando di scoraggiare l’uso dell’auto e secondo quanto era stato inizialmente previsto oltre la metà delle persone sarebbe state costrette a raggiungere lo stadio con mezzi propri, in auto o in moto”. Con l’upgrade del progetto, tra metropolitana e treni si farà si che circa il 55-60% delle persone raggiungano l’area con mezzi pubblici.

“Il nuovo stadio è un’opportunità incredibile e richiede una responsabilità altrettanto incredibile – ha commentato l’architetto americano Dan Meis – si dovrà relazionare con la storia di Roma”. “Bisogna costruire un magnete iconico per l’intera area, aperto sul fiume con parchi e fontane – ha aggiunto Libeskind – una destinazione vitale per i romani e i turisti che verranno a Roma per visitare il vecchio e il nuovo Colosseo”.

Libeskind, uno dei tre autori del progetto milanese di Citylife (la cui torre non è ancora in cantiere ma si prevede possa essere realizzata entro il 2018) gravita da tempo su Roma, tanto che nel 2011 il sindaco Alemanno lo aveva coinvolto nella cosiddetta “Commissione grattacieli” insieme a Massimiliano Fuksas. Allora tra le aree in discussione per costruire edifici alti c’era il Flaminio (dove ora l’assessore Caudo ha promosso lo sviluppo della Città della Scienza), l’Ostiense (dove è in cantiere il recupero degli ex magazzini generali e dove è partito l’iter per realizzare il Campidoglio2), e proprio Tor di Valle (di proprietà di Parsitalia, costruttore del nuovo Stadio della Roma dove Libeskind firma il masterplan e la progettazione di tre edifici alti più di 100 metri, inseriti in un più ampio business park).

“Stiamo uscendo da una crisi difficilissima che ha colpito molte imprese del settore dello sviluppo immobiliare – dice Luca Parnasi, ad Parsitalia, all’incontro di New York -. Lo stadio è un’importante opportunità per Roma, per dimostrare che si possono realizzare grandi progetti come questo e che si può fare impresa di livello anche nel nostro Paese”.

Pa, società sportiva, costruttore e progettisti sono compatti per correre alla meta di una realizzazione record e veder giocare la squadra nel nuovo stadio già nella stagione 2016/2017. “Qui non si parla solo di stadio – ha aggiunto il sindaco Marino – ma di un’opera che farà parte della storia dell’architettura e di un’operazione imprenditoriale con investimenti privati di circa un miliardo e mezzo di euro che porterà ad un aumento significativo dei posti di lavoro. Si stima che tremila persone saranno assunte in fase di costruzione più diverse altre migliaia che successivamente lavoreranno nel business che vi gira intorno”.

Fonte: ppan.it

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