Juve e Roma, care nemiche in fuga. Nulla di nuovo in serie A, nella sostanza se non nei modi fotocopia del campionato scorso, ma l’impatto che le due squadre stanno dando al torneo ha qualcosa di stabile, di sedimentato e apre a uno scenario che sembra, anche per la consistenza economica dei due club, destinato a durare nel tempo sulla falsariga delle più illustri duellanti d’Europa, Real Madrid e Barcellona. Juve e Roma, dominatrici in Italia, con un occhio all’Europa da conquistare (buona la prima nell’avvio Champions) non senza sofferenza, come dimostrano le difficoltà che affronteranno nel primo impegno in trasferta della prossima settimana contro Atletico Madrid e Manchester City. Ma esperienza, compattezza, rosa ampia e soddisfacente, oculata gestione del turnover sembrano spazzare via le insidie degli impegni a ripetizione. Una volta la serie A era ritenuta il torneo più duro per i trabocchetti delle medio-piccole. Ora questo vale soprattutto negli altri campionati: Juve e Roma sono a punteggio pieno dopo quattro turni con i bianconeri che non hanno subito gol (i giallorossi solo uno). Nell’Europa che conta solo il Barcellona ha la porta intatta come la Juve all’ennesimo record (ma ieri i catalani hanno concesso il primo pari) mentre a punteggio pieno c’è solo lo Zenit di San Pietroburgo, dopo otto turni, avendo però subito quattro gol. L’anno scorso la Roma ha fatto un filotto di dieci successi per poi perdere punti con le piccole oltre che il confronto diretto: la lotta a suon di record è durato fino a tre turni dalla fine. Quest’anno l’impressione è che solo il match clou del 5 ottobre possa dirimere, momentaneamente, la questione. Se Real e Barcellona (32 titoli a 22) sono coriacee avversarie scudetto da sempre, la rivalità tra Juve e Roma è più recente. In termini generali i 30 scudetti bianconeri nell’albo d’oro sono seguiti dai 16 dell’Inter e dai 15 del Milan con la Roma ferma a tre, ma le prospettive cambiano a partire dagli anni ’80 con la crescita dei giallorossi quarti nella graduatoria scudetto ma secondi ex aequo come piazzamenti tra le prime due: Juve 13-8, Milan 8-4, Roma 2-10 e Inter 6-4. La prospettiva si conferma nelle ultime stagioni a partire dal 2000: Juve 6-3, Roma 1-7, Inter 5-2 e Milan 2-2. Quindi Roma in crescita ma manca lo scatto di reni per trasformare tanti piazzamenti in vittorie. Questo il club americano l’ha capito benissimo consegnando a Garcia una rosa ampia e completa che ricorda quella messa a disposizione di Capello da Sensi nel 2000 col prestigioso arrivo di Samuel, Emerson e Batistuta.
Le grandi sfide nei campionati europei seguono un andamento simile all’Italia. In Spagna nessuno dubita che il Real capace di 18 reti in tre gare in otto giorni possa recuperare il gap dal Barca, con l’Atletico terzo incomodo. In Francia e Inghilterra gli scenari sono cambiati con gli investimenti arabi: Psg e Monaco (in ripresa) contendono lo scettro al ritorno del Marsiglia dopo anni di oblio, con i parigini favoriti. In Premier una volta era sfida United-Liverpool, ora il testa a testa è tra Chelsea e Manchester City con Mourinho in vantaggio. In Germania sempre e solo Bayern che quest’anno sembra insidiato dal Leverkusen più che dal Dortmund in declino. Il Olanda e Portogallo il duello è quello classico: Psv-Ajax e Benfica-Porto mentre in Russia lo Zenit in stato di grazia dovrà temere il ritorno del Cska Mosca. Più facile sembra il cammino negli altri campionati di Anderlecht, Olympiacos, Cska Sofia, Steaua e Legia Varsavia senza avversari consistenti: ma quando il campionato diventa un monologo l’attenzione scema e le gare diventano noiose. In Italia il testa a testa tra Juve e Roma non farà correre questo pericolo
Fonte: Ansa