(L. Valdiserri) – Gervinho (due gol e un assist) e Iturbe (due assist e un gol), come è logico che sia. Sono loro i simboli del trionfo della Roma contro il Cska Mosca nell’esordio di Champions League. Rudi garcia, alla vigilia, aveva chiesto ai suoi giocatori di giocare al massimo i momenti decisivi del match e i suoi attaccanti lo hanno accontentato – come non succede spesso – nella qualità realizzativa. La Roma ha distillato 5 gol da 14 tiri (8 nello specchio della porta); il Cska uno solo (anche se pure il tiro di Milanov, nel finale, era entrato ma non per il retrogrado Platini) da 18 tiri, solo 5 dei quali nello specchio.
Ci sono però cifre meno immediate, da spulciare tra le tante fornite dall’Uefa e da Opta (attraverso As Roma), che regalano una visione eccentrica, ma non per questo meno veritiera, della straordinaria prestazione dei giallorossi. Facendo riferimento alla storia del calcio francese, che Rudi Garcia conosce a menadito, possiamo parlare del ritorno del carré magique , il Quadrato Magico. Si chiamava così lo straordinario centrocampo che il c.t. Michel Hidalgo aveva costruito per la nazionale transalpina dei primi anni Ottanta, edificandolo su Alain Giresse, Jean Tigana, Bernard Genghini (poi Luis Fernandez) e la «variabile» Michel Platini. Un reparto formidabile, dove tutti sapevano costruire gioco ma anche fare gli incontristi, pur con caratteristiche diverse, e in cui Platini – né 9 né 10 – apportava un valore aggiunto fatto di gol, assist, regia e leadership. Quello che nella Roma garantisce Francesco Totti.
Le cifre di Roma-Cska dimostrano come Garcia abbia ricreato qualcosa di molto simile nella sua squadra. Ha diviso la quantità: Pjanic ha toccato 132 palloni, Nainggolan 129, Keita 109 e Totti 80. Ha mantenuto altissima la qualità: 97,1% di passaggi completati da Keita, 93,7% da Nainggolan, 92,2% da Pjanic e 83,1% da Totti, che tra tutti è quello che cerca sempre la giocata più difficile e immediata. Perfetto esempio l’assist «no look» che lancia Gervinho verso la porta di Akinfeev in occasione del 4-0. Garcia, da ex centrocampista e figlio di un allenatore, ha sempre costruito le squadre partendo da dove nasce il gioco. E parliamo di un reparto dove De Rossi, squalificato contro il Cska, è un protagonista; Strootman è atteso al recupero entro fine ottobre; Uçan e Paredes possono solo crescere; Rabiot potrebbe essere il rinforzo per gennaio e soprattutto per il futuro. Non è un caso che, anche senza Benatia (venduto) e Castan (infortunato), la difesa abbia tenuto benissimo anche con tanti giocatori nuovi. Il «quadrato» è magico anche in fase di non possesso.
Fonte: Corriere della Sera