(G. Piacentini) L’augurio, forse involontario, glielo ha fatto il sindaco Ignazio Marino, dicendo di volere il nuovo stadio finito per il 2017 (quindi per la stagione 2017-18) «per consentire a Francesco Totti di giocarci». Considerando che il contratto del capitano scade nel 2016, quando avrà 40 anni, significherebbe prolungare la carriera di almeno altre 2 stagioni. Una missione impossibile? A vedere come sta Totti oggi, non si direbbe: a 38 anni (li compirà il 27 di questo mese, il giorno in cui i giallorossi ospiteranno all’Olimpico il Verona) non solo è ancora indispensabile tecnicamente ma è anche uno dei più brillanti dal punto di vista fisico.
Merito di uno stile di vita da atleta anche fuori dal campo e di una gestione del suo corpo che negli ultimi anni è diventata sempre più mirata: invecchiando, insomma, Totti si allena di più e meglio di quanto non facesse agli inizi della carriera, quando aveva meno malanni e una maggiore capacità di recupero. Il fatto che abbia maturato la consapevolezza di non poter giocare sempre e comunque, cosa che in passato gli è stata chiesta da molti allenatori anche quando non stava bene, lo aiuta. Una gestione necessaria, che Garcia ha capito immediatamente, e infatti ogni volta che la gara lo consente gli risparmia i minuti finali: quest’anno con la Champions League e le partite ogni tre giorni capiterà più spesso di vederlo uscire o partire dalla panchina.
Una necessità, se l’obiettivo è prolungare la sua carriera, battere quei (pochi) record che ancora gli mancano e giocare nel nuovo stadio della Roma: per «accontentare» il sindaco, ma soprattutto per fare felici i tifosi.