(L.Valdiserri) – Molta acqua è passata sotto i ponti di Roma dal 25 agosto 2011, ultima presenza giallorossa nelle Coppe europee. La Roma di Luis Enrique, che perse il preliminare di Europa League contro lo Slovan (0-1 a Bratislava; 1-1 all’Olimpico), era la prima emanazione americana, aveva ancora come fantomatico presidente Tom DiBenedetto e aveva mandato in campo Stekelenburg; Cicinho, Cassetti, Burdisso, José Angel; Viviani, Perrotta, Simplicio; Caprari, Totti, Bojan. Dalla panchina entrarono Rosi, Verre e Okaka. La Roma di Jim Pallotta, affidata a Rudi Garcia, ha ben altra età (29, 27 anni di media, contro 26) e curriculum internazionale: Ashley Cole (106 presenze), Maicon (55) e Seydou Keita (54), che sostituirà lo squalificato De Rossi, hanno vinto la Champions League con Chelsea, Inter e Barcellona (due volte). Il girone è difficilissimo, vista la presenza di Bayern Monaco e Manchester United, ma Garcia ha trovato le parole giuste alla vigilia del debutto contro il Cska Mosca, tra leggerezza e serietà: «Abbiamo fatto tanta fatica, l’anno scorso, per qualificarci in questa Champions; adesso ci dobbiamo godere ogni istante della partita.Spero che ci siano tanti tifosi, in un Olimpico di fuoco, per iniziare nel modo migliore».
Senza nulla togliere al tecnico francese non c’è dubbio che, a dieci giorni dal suo trentottesimo compleanno, Francesco Totti sia il più atteso: «In Champions tutte le squadre sono forti. In più ce ne sono quattro o cinque fortissime. Il nostro è un girone difficilissimo, ma ci piace. Andremo in campo a viso aperto per giocarci la qualificazione. La Roma non si pone limiti, anche se sappiamo di affrontare squadre molto forti. Ma anche noi lo siamo e pure i nostri avversari avranno paura di affrontarci. Quasi tutti ci danno per spacciati, ma noi giocheremo senza aver paura di nessuno. Per lo scudetto rinuncio al gelato per un anno, ma per la Champions lo rimangerei per festeggiare. Il tempo passa, ma l’età non mi pesa. Non la sento. Sarò il primo a mettermi da parte quando non ce la farò più».
Una volta l’Italia giocava la Champions per vincerla, adesso è un successo anche passare il turno: «Semplicemente ci sono altre squadre più forti, che possono permettersi i giocatori migliori. Quando li aveva il Milan o, di recente, l’Inter hanno vinto anche le italiane». Gli chiedono in quante di queste grandi squadre Totti non avrebbe trovato posto. Lui ride e risponde: «Poche. Non lo so, non ci ho mai pensato. Ho avuto la fortuna di indossare sempre la stessa maglia e ho fatto la scelta giusta. Se avessi giocato nel Real e nel Barça avrei vinto di più. Poi, magari, con me in campo perdevano sempre…». Chiusura con Benatia: «Abbiamo cercato tutti di trattenerlo, ma l’ultima scelta era la sua. Ha fatto molto bene, ma adesso è il passato» Ci sarà tempo per rivederlo con la maglia del Bayern Monaco. Contro il Cska, stasera, Totti giocherà con Gervinho e Iturbe. Il ballottaggio è in difesa, tra Cole e Torosidis.