Uno dei giocatori chiave del Cska di Slutsky, capocannoniere della scorsa Russian Premier League con 18 reti in 22 gare, Doumbia è un riferimento importante per gli avversari della Roma perché capace di segnare molto ma anche di fare reparto da solo.
Dotato di un fisico possente ma al tempo stesso molto rapido, Doumbia ha il difetto di infortunarsi troppo spesso, come gli è già capitato in questa stagione: dopo il gol decisivo sul campo del Mordovia, non ha finito la gara contro il Terek, restando fuori un mese e tornando proprio per la gara di domani, togliendosi un po’ di ruggine sabato contro l’Arsenal Tula. Oltre alle qualità tecniche Doumbia ha impressionato per le immediate capacità di adattamento: arrivato nel 2010 dallo Young Boys non solo non ha mai smesso di segnare, ma ha aumentato la sua media realizzativa, raggiungendo 0,7 gol a partita con la maglia del Cska. Cifre importanti, soprattutto perché fatica a giocare con continuità, ma con la cessione dello scorso anno di Vagner Love in Cina, la mancata fiducia in Necid e la paura di bruciare Bazelyuk, l’ivoriano si è preso sulle proprie responsabilità dell’attacco.
In un girone così duro, Doumbia, non convocato al Mondiale da Lamouchi con annessa polemica («Non sono infortunato, lui ha fatto delle scelte e deve prendersene la responsabilità»), diventa una pedina imprescindibile per le ambizioni dei russi. Uno come lui, che fino a 12 anni vendeva fazzoletti per strada, può esaltare il club del presidente Giner, ha l’umiltà giusta per non mollare mai.