(M. Guidi) – Nel 146 a.C. il console Lucio Mummio, con la distruzione di Corinto, assoggettò gli Achei e la Grecia si piegò a Roma dopo anni di trattati e instabilità politica. Oltre 20 secoli dopo, un greco è partito da Nasso alla conquista di Roma, riuscendoci in appena un mese. Kostas Manolas, difensore che i giallorossi hanno prelevato dall’Olympiacos poco prima del gong di fine mercato, è già la colonna portante della retroguardia di Garcia. Tre partite, tre buone pagelle, cui si aggiunge pure la gara di Champions col Cska Mosca (voto 7). Con Lichtsteiner e Caceres è il difensore migliore della A, per ora. Un inizio così folgorante da far impallidire molti centrali che hanno fatto la storia della Roma.
L’unico che regge il paragone, dati alla mano, è Pluto Aldair. Il brasiliano al primo anno in Italia esordì con un 7,5 e nelle due partite successive portò a casa un 6 e un 6,5. Dopo tre giornate Manolas ha esattamente la stessa media voto, frutto di un 7 (contro la Fiorentina) e di due 6,5 (contro Empoli e Cagliari). Walter Samuel, il Muro dell’ultimo scudetto giallorosso, si fermò a due 6,5 e un 6. Più lontani Zago, Castan, Benatia e Mexes.
I fantallenatori che hanno scommesso su di lui sono già soddisfatti: i 10 Magic milioni, prezzo di inizio campionato, sembrano un investimento azzeccato. Ora attendiamo solo che Manolas sblocchi la casella dei gol realizzati. Ok, segnare non è il suo mestiere, ma nella scorsa stagione con l’Olympiacos ha infilato due reti in Champions e altre tre in campionato. È da tanto che a Roma non venerano un dio greco (Dellas non ha mai raggiunto lo stato di divinità…), ma se Manolas si mette anche a far gol…