(D. Stoppini) – Una certezza c’è: ancora una volta Antonio Cassano ha riempito la valigia di Francesco Totti di maglie numero 99. Un po’ per il figlio Cristian, un po’ per gli amici comuni, chissà quanti sorrisi regaleranno, quanti grazie strapperanno. Qualche grazie, a quei due, lo devono pure gli spettatori del Tardini, che proprio non si sono annoiati tra colpi di tacco, chiacchierate, sorrisi, buffetti, sventole da fuori e ghirigori che no, non finiranno in valigia, ma nella testa della gente resteranno eccome. Il coniglio dal cilindro alla fine l’ha tirato fuori Miralem Pjanic, che non si è dovuto guardare intorno per calciare una punizione solo perché Totti era già uscito, tra gli applausi dello stadio tutto, anche dei tifosi avversari. Non una novità per il numero 10 della Roma. Che contro l’ex compagno finisce spesso per divertirsi e prendere i tre punti. Quando c’è Cassano si ride, questo è sicuro. Anche prima della partita, quando dal via ti separa giusto qualche gradino. Stai già pensando a quello che sarà e da dietro sbuca Fantantonio che ti abbraccia e ti dice qualcosa all’orecchio: Totti si gira, abbozza prima un sorriso e poi un «ma vaff…» che mette fine alla scenetta.
PRIMO TEMPO PRO TOTTI – Perché poi in campo il duello è quasi sempre a distanza. I due si annusano, si osservano, si conoscono e ormai non si studiano più: hai voglia a spiegare ai propri compagni pregi e difetti dell’ex, meglio piuttosto non sprecare il fiato che l’età corre per tutti e due. Così distanti, così vicini: in fondo, lo sono sempre stati. A Roma litigarono per la divisione mancata di un cachet relativo a un programma tv. Ma poi i problemi si superano, come un difensore qualsiasi che prova il pressing su quei due. Perché in fondo il talento è il collante migliore che ci sia. Quel talento che Totti ha messo in vetrina con un primo tempo perfetto: più Donadoni chiudeva il Parma, più il capitano fungeva da apriscatole e da rompiscatole, per i difensori avversari. E di là Cassano sbraitava contro il suo allenatore: «Ma non lo vedi?», urlava alla panchina. Non lo vedi che Totti si sta prendendo la scena? Detto, fatto. Il 99 sbuffa, mentre il 10 trova l’assist decisivo per Ljajic, gol numero 11 della Roma su azione. E che azione. Cassano di là pensa: l’avevo detto. E si gira ancora verso Donadoni, mentre il Tardini applaude l’ex compagno. Anche quando Totti si permette un dribbling proprio su Cassano, insultato – lui sì – dai tifosi della Roma.
RIPRESA PRO CASSANO – Il primo tempo – s’è capito – è di Totti, che prima di rientrare negli spogliatoi dice: «La pazienza in queste partite è determinante e noi l’abbiamo avuta, riuscendo a far gol contro una squadra che si difende in 10 sotto la linea del pallone. E questo è un segnale da grande squadra. Mi spiace solo per il giallo, mi sono arrabbiato, l’ho detto anche all’arbitro». Un peccato veniale, quel fallo di mano. Cassano, intanto, progetta la rimonta. E lo dice anche a Vito Scala, l’alter ego del capitano, con una chiacchierata – sempre su quei gradini – nell’intervallo. La luce di Totti resta accesa. Ma la ripresa da copertina è quella di Cassano, quasi un pesce che all’improvviso si rende contro che il pescatore è un po’ distratto. Torosidis guarda altrove, lui con il destro costringe De Sanctis al calcio d’angolo: è il segnale ai compagni, che proprio da quell’angolo faranno 1-1. Il Tardini applaude. Ai due resta il tempo di discutere in coppia con l’arbitro Mazzoleni. Ma sembrano sazi, proprio come Roma e Parma. Non sapevano di aver involontariamente ispirato la magia di Pjanic. «È una vittoria essenziale e meritata, continuiamo così», dice alla fine Totti. In valigia ci sono anche i tre punti.
Fonte: Gazzetta dello Sport