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GAZZETTA DELLO SPORT Chi scappa per prima?

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(P. Condò) La perfezione del duello fra Juventus e Roma risiede anche nel suo sviluppo, coinvolgente come un vecchio romanzo d’avventura eppure fedele alla moderna grammatica narrativa, quella delle serie tv. Proprio come in Lost – l’archetipo del genere – ogni episodio (partita), pur contenendo spunti di tutti, dedica il riflettore a uno o due protagonisti specifici, alternandoli a comporre nel tempo l’affresco collettivo. La Juve parte a casa Chievo con l’inatteso lancio di Coman, esaltato come stella nascente per la brillante prestazione ma di lì in poi utilizzato per altri dodici minuti soltanto. Alla seconda gara torna in cattedra Tevez, a San Siro rubano l’occhio Marchisio e Pereyra, contro il Cesena la scena appartiene al rilancio di Vidal e alla riscoperta di Giovinco. Anche il concerto della Roma è un succedersi in primo piano di strumentisti virtuosi, mentre l’orchestra esegue sullo sfondo lo spartito generale: Gervinho inaugura contro la Fiorentina una stagione nella quale promette molti gol, dalle secche della complicata Empoli emerge la folgore providenziale di Nainggolan, contro il Cagliari il palcoscenico è reclamato da Florenzi (e non solo per il gol…), a Parma risolvono gli «amici balcanici», citazione dell’affettuoso tweet rivolto da Strootman a Ljaijc e Pjanic.

Ultime insidie – Oggi vanno in scena gli ultimi due episodi prima del crossover, che nel gergo televisivo è l’incrocio fra due serie diverse e in quello calcistico, ovviamente, lo scontro diretto. Il Verona all’Olimpico e l’Atalanta a casa sua sono tagliole semisepolte, dunque pericolose, per il valore delle due squadre e lo stato d’animo che le governa: leggero e spensierato quello veneto, ché tanto la classifica è già di ottimo umore, attento e determinato quello bergamasco, perché a scanso di equivoci certe zone di classifica vanno abbandonate prima che sia ora di infilarsi il piumino. Premesse le insidie, sarebbe comunque sorprendente se le due battistrada non arrivassero affiancate – e a punteggio pieno – al primo crossover della stagione. E siccome Allegri e Garcia non sono i tipi che amano le sorprese, Juventus-Roma di domenica 5 ottobre sarà quasi certamente la prima occasione per sparigliare.

Il peso delle Rivali – I La percezione del duello, sin qui pressoché unanime, è di totale equilibrio. Eppure la Juve in campionato ha fatto di più, non solo nei termini minimi della differenza reti ma anche e soprattutto per il valore delle avversarie superate. Le cifre segnalano una differenza secca: il totale di punti raggranellati dalle quattro rivali battute dalla Juve (Chievo, Udinese, Milan, Cesena) è 23, molto elevato, mentre quello delle battute dalla Roma (Fiorentina, Empoli, Cagliari, Parma) dà appena 11. Malgrado l’opposizione incontrata sia stata così diversa, la Juve ha concluso il doppio delle volte, 59 contro 30, praticamente replicando la percentuale nei tiri nello specchio, 27 contro 15. Ha crossato di più, ha subito meno tiri, ha tenuto la palla con maggiore sicurezza, la gara in cui più ha rischiato di non vincere è stata quella col Milan (1-0 al 71’) mentre mercoledì a Parma la Roma ha fatto saltare il banco all’88’. Perché, allora, abbiamo tutti la sensazione che le due corazzate stiano filando alla stessa velocità verso il loro primo rendez-vous?

Il peso della Champions –  La risposta è facile, e si chiama Champions League. Entrambe hanno vinto all’esordio. Ma mentre la Juve ha scardinato la difesa del Malmoe soltanto a prezzo di molta sofferenza e altrettanta pazienza, la Roma ha fatto saltare in aria il Cska Mosca con la singola prestazione più eccitante e travolgente di questo primo mese di partite. E’ quel 5-1 a dirci che i Garcia-boys non hanno limiti conosciuti: quando sono in serata possono fare tutto, almeno nel loro stadio. Le verifiche europee della prossima settimana (Roma a Manchester, Juve a Madrid) muoveranno sicuramente qualcosa anche in chiave scontro diretto, perché per entrambe il secondo turno di Champions può voler dire qualificazione instradata – dove dobbiamo firmare per due pareggi? – e una porta spalancata sulla primavera.

Come prosegue il duello –  Il minor valore delle avversarie battute fin qui implica per la Roma un calendario più complesso in arrivo: se già lo scontro diretto in trasferta è un peso – ma anche un investimento per averlo in casa al ritorno, e stavolta a campionato ancora vivo – da qui alla pausa nazionali di novembre Garcia ha almeno due match-trappola (le visite ai campi di Samp e Napoli), mentre Allegri può aspirare a un bel filotto di successi. La necessità di conservare Totti in queste condizioni di forma e quella di reintrodurre l’ormai guarito Pirlo, molto ben sostituito da Marchisio in questo mese, sono i prossimi compiti a casa per i due tecnici, che parlano politically correct («è presto per definirla una fuga a due») ma non pensano ad altro che al comandamento declamato l’altra sera da Kevin Spacey, alla ripresa di House of Cards. Delle due l’una, anche in Serie A: o si caccia, o si viene cacciati.

 

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