(P. Archetti) – Nei primi cinque campionati europei, definiti dalla classifica Uefa, Juventus e Roma sono le sole capoliste a punteggio pieno. È vero che in Spagna, Inghilterra, Germania e Portogallo è stata giocata una giornata in più, sei anziché cinque, ma in questo turno Barcellona, Chelsea, Bayern e Benfica, le colleghe delle nostre big, hanno vinto, quindi non avevano iniziato con un cinque su cinque. Le padrone della Serie A invece sì, e aspettando l’Udinese stasera, hanno anche un vantaggio sulle inseguitrici, più quattro, riscontrabile soltanto in Portogallo. Juventus e Roma stanno mostrando una terribile indifferenza alle sorti dei comuni mortali. Nella scorsa annata la proposta scudetto le ha coinvolte per lungo tempo, anche se il divario conclusivo (17 punti) non le ha tenute a stretto contatto nel finale.
L’avvio di questo torneo, un banchetto comune di 30 punti e 19 gol globali, fa pensare alla sindrome da «spagnolizzazione» del nostro campionato. Cioè una vita di coppia, con successi alterni, come è avvenuto spesso nella storia della Liga, ultimo caso le nove stagioni dal 2005 al 2013 in cui si sono spartite la gloria soltanto Barcellona e Real Madrid. A maggio l’Atletico ha interrotto il duopolio, quindi ci sarebbe speranza per le entità perdute del nostro calcio, da Milano a Napoli. Al momento però hanno preoccupazioni diverse e personali, non possono guardare agli altri prima di sistemarsi. E al terzo posto oggi abita la Sampdoria. «Il campionato italiano è poco allenante» disse Fabio Capello a questo giornale lo scorso febbraio. Intendeva spiegare il flop europeo della Juventus (fuori nella prima fase di Champions a dicembre 2013), che pure si era allenata a rincorrere la Roma in autunno, quando Rudi Garcia era partito con dieci vittorie consecutive. In questa settimana si vedrà se la preparazione a combattersi porterà gli stessi eurobenefici della prima tornata, quando entrambe vinsero su Malmoe e Cska Mosca con un totale di 7-1.
La Roma domani sarà a Manchester contro il City, la Juve mercoledì a Madrid contro l’Atletico: campioni d’Inghilterra e di Spagna, sovrani dei tornei che ci sovrastano nel ranking continentale. La Champions ha abolito di recente ogni idea di futuro per la Serie A: ultima finale nel 2010, con vittoria dell’Inter; miglior piazzamento delle due stagioni più recenti, il quarto Juve- Bayern, aprile 2013. La dimensione spagnola del campionato, se deprime le inseguitrici in Italia, può servire però all’estero: l’alta qualità del duello Juve-Roma, intesa come livello di gioco, ricchezza di personalità, varietà di scelte e acume tattico, va sfruttata in questa due giorni oltre confine. Tenerla soltanto per domenica sarebbe un reato. E se invece tale bellezza svanisce del tutto al confronto con gli stranieri, rassegniamoci: sarà anche una Serie A spagnoleggiante, ma non esageriamo i paragoni con Barcellona e Real Madrid.