(M. Frongia) «Roma appagata dopo il Cska? Magari, direbbe Mazzone». A 24 ore dal rientro all’Olimpico, dopo un’assenza che coincide con il 4-2 del Cagliari e il suo esonero dalla Roma (1 febbraio 2013), Zdenek Zeman se la cava con una battuta e non scopre le carte: «Ibarbo? Deve puntare gli spazi. Se gioca da fermo si leva da solo la qualità più importante». E sulla Roma:«Hanno ridotto il divario per la corsa scudetto e vogliono andare avanti in Champions. Speriamo sbaglino qualcosa. Ma dobbiamo giocarcela, facendo cose semplici per proporci. Chi leverei alla Roma? Venti giocatori».
Intanto il figlio Karel col suo Selargius (serie D) perde 6-0 a Rocca Priora con la Lupa Castelli Romani e se la prende con l’arbitro. «Sapevo che avremmo perso ancor prima di giocare perché quando mi sono presentato il direttore di gara mi ha sorriso ed in maniera irridente mi ha chiesto se fossi il figlio di Zdenek. Quella a cui ho assistito oggi non è stata una partita ma una farsa». Il direttore di gara era Di Paolo di Chieti, la città rivale di Pescara. «Non vorrei che l’arbitro fosse tifoso del Chieti o della Juventus».