(M. Calabresi) – Roma e Juventus hanno deciso di viverlo così, questo campionato, da subito: una vince, l’altra risponde. Dominano solo loro. E non è un caso che dopo sole tre giornate, quando gli anni scorsi si facevano largo le sorprese e ci voleva un altro mese prima che la classifica rispecchiasse i veri valori, il primo posto se lo dividano Garcia e Allegri. Non come nel 2013: esattamente un anno fa, il 22 settembre, la Roma vendicava il derby perso il 26 maggio, vinceva la quarta delle dieci partite di fila, ma era già prima da sola: la Juventus, alla terza giornata, era stata fermata sull’11 proprio a San Siro (dall’Inter), lo stadio che avrebbe potuto regalare il primato solitario alla Roma se Tevez non avesse tirato fuori il ciuccio dai pantaloncini.
Botta e risposta Per due volte, alla prima giornata e ieri, la Roma ha giocato conoscendo il risultato della Juventus: alla seconda, invece, la Juve ha battuto l’Udinese con la Roma che aveva già vinto a Empoli. Ma, almeno per ora, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. E chissà se cambierà mercoledì quando, per la prima volta, Roma e Juventus si troveranno a giocare allo stesso orario, le 20.45, contro Parma e Cesena. Succederà solo un’altra volta, prima della sosta: domenica 5, alle 18, tutte e due allo Juventus Stadium per il primo scontro scudetto.
Nuova era In altri tempi, a Roma non si sarebbe parlato d’altro, e le partite contro Parma e Verona sarebbero state vissute quasi come un fastidio. Ora no, «colpa» soprattutto della Champions, visto che martedì 30 a Manchester, Garcia si giocherà una bella fetta di qualificazione. «E vogliamo vincere anche lì— giura Mapou Yanga-Mbiwa, che ieri ha esordito in A e debuttato da titolare dopo il quarto d’ora con il Cska —. La nostra è una squadra ambiziosa, che vuole vincere più partite possibili. Me lo aveva detto Garcia, che la mentalità sarebbe stata questa, e a me piacciono queste sfide».
Tre di fila Figuriamoci se non piacciono a Maicon, che prima di arrivare a Roma era abituato a giocare tre volte alla settimana. Per lui non è stata una novità, quindi, che Garcia lo abbia schierato a Empoli, in Champions e anche ieri. «Sto dando il massimo e ci sto riuscendo — sottolinea il brasiliano —. La Juventus? Tutti conoscono la sua forza, ma con queste vittorie non stiamo lanciando un messaggio a nessuno, se non a noi stessi. Di sicuro, continuando così potremo dire la nostra fino alla fine». Ne ha giocate tre, Maicon, difficile che Garcia non lo faccia rifiatare a Parma, dove anche un anno fa la Roma ci andò a settembre, subì il primo gol della stagione (Biabiany, ora sicuro assente) ma risolse anche lì la partita nel secondo tempo, tutto il contrario di quello che sta accadendo ora (otto gol sui dieci totali nei primi 45’ tra campionato e Champions). Ora, la Roma gli avversari li stronca sul nascere, e conserva le energie per una corsa lunga ed estenuante. Appena iniziata, con un avversario che non molla un centimetro.