(D. Stoppini) – Rudi Garcia se n’è andato in ferie. No, tranquilli, non come Rafa Benitez a Napoli, allontanatosi tra misteri e smentite, dubbi e schiarite. Garcia ha staccato la spina per due giorni: fuori da Trigoria — ripresa oggi pomeriggio — perché tanto di lavoro nel prossimo mese ce ne sarà parecchio. Sarà un Garcia mai visto, dice chi lo conosce bene. Roba da abituarsi a scelte mai fatte. Una Roma inedita, una situazione inedita: una partita ogni 4 giorni, calendario alla mano. Per la bicicletta Champions c’è da pedalare, per l’obiettivo scudetto c’è da tenere giù il pedale senza cali di tensione. E come? Con il turnover, ovvio. Ma non solo: in arrivo scelte logistiche mirate e squadra divisa in due, con obiettivi diversi a seconda della partita da giocare.
Prova del nove È un inedito, sì. Perché nella scorsa stagione Garcia ebbe poco a che fare con gli impegni ravvicinati: qualcosa con i turni infrasettimanali, un po’ con la Coppa Italia. E poi stop. Ora le scelte diventano necessità, perché dal 13 settembre al 5 ottobre Totti e compagni giocheranno 7 partite, 5 di campionato e 2 di Champions. Tradotto: 23 giorni di fuoco, un undici da spedire in campo ogni tre giorni e non è un modo di dire. È la prova del nove, per tutti. Lo è per Garcia, che ha chiesto espressamente una rosa profonda per giocarsela in tutte e due le competizioni, «perché vogliamo essere protagonisti sempre», è il suo motto. Lo è per i giocatori, chiamati ad accettare scelte dolorose in funzione della freschezza atletica. E lo è per la società, che verificherà presto sul campo il lavoro sul mercato.
Si cambia Garcia è pronto. Ha allargato lo staff tecnico per questo: tra una partita e l’altra i giocatori non convocati resteranno a Trigoria per lavorare in vista dell’impegno successivo, così da immaginare che più giocatori possibili possano comunque allenarsi secondo una settimana tipo. Non sarà un ragionamento praticabile per tutti, ovvio, ma l’idea di Garcia è estenderlo al massimo. La Roma non vuole mollare niente. L’Europa è importante, la logistica può rivelarsi decisiva: niente rientri notturni dalle trasferte europee, dopo il match la squadra dormirà in albergo per tornare a Roma solo la mattina successiva. A Manchester, a fine mese, sarà così. Anche se la partita chiave del girone rischia di essere già la prima, tra 10 giorni, all’Olimpico con il Cska. Ecco perché è facile immaginare che già da Empoli Garcia dividerà la Roma in due. Quanti uomini cambieranno tra sabato e mercoledì? Almeno cinque, c’è da scommetterci su. Nuova Roma, nuovi obiettivi, nuovo Garcia.