(C. Zucchelli) Quando Iturbe segna il primo gol della «manita» romanista, tutta la squadra lo sommerge di abbracci. Solo un giocatore rientra, dopo aver appena accennato un sorriso, al centro del campo. Per lui, che la Champions l’ha vinta quattro anni fa, non era ancora tempo di sfogarsi. Lo ha fatto più tardi, Maicon, che dopo i tormenti brasiliani (mondiali e non) si è goduto l’abbraccio dei romanisti. Per il gol, di sicuro. Ma anche per tutte le volte che ha fatto la voce grossa con i giocatori russi, lui che sette anni fa, a San Siro con l’Inter, si fermò a quattro gol fatti al Cska Mosca. L’avversario gli porta fortuna e Maicon, in campo per 90’, col sorriso dei giorni migliori, ammette: «Per noi era fondamentale partire bene in un girone del genere, ma c’è ancora tanto da lavorare».
Super difesa Prima dell’ultimo quarto d’ora, quando la Roma ha praticamente smesso di giocare, il reparto arretrato giallorosso non ha mai corso rischi. Merito di una difesa inedita (Torosidis adattato a sinistra, Cole in panchina, Holebas in tribuna ed Emanuelson a casa) ma anche di tutta la squadra, che ha voglia di non sentirsi la vittima sacrificale del girone: «Dovremo essere concentrati in ogni partita perché sappiamo che sarà sempre difficile. Ma anche le altre squadre dovranno lavorare perché dovranno affrontare una squadra forte». Dove Maicon ha tutta l’intenzione di giocare a lungo, almeno in questa stagione. E pazienza (per ora) se Dunga, come previsto, lo ha lasciato a casa e il rinnovo di contratto che lui vorrebbe ancora non arriva: «Io qui sto bene — ammette Maicon — perché i compagni mi hanno accolto a braccia aperte. Spero di fare sempre meglio».
Rammarico Lo spera anche De Sanctis, imbestialito dopo il gol del Cska: «Richiamare ogni tanto i compagni fa sempre bene — scherza il portiere —. Comunque la nostra è stata una vittoria strameritata. Peccato per il gol nel finale, adesso non conta niente e speriamo sia così anche a dicembre. Lo scorso anno il Napoli è uscito per la differenza reti, un gol in più o in meno può fare la differenza ». Lui è un perfezionista, Garcia anche (e infatti al gol ha allargato sconsolato le braccia), ma per i dettagli c’è ancora tempo: «Abbiamo aggredito l’avversario, sorpreso dalla nostra intensità. Noi la sorpresa del girone? Sorpresa no, perché siamo forti e tutti lo sanno. Certo, se dovessimo superare questo girone faremmo qualcosa di veramente importante. Adesso però godiamoci questa notte veramente fantastica». Non a caso, le parole profetiche (di Jovanotti) su cui la Roma è scesa in campo per il riscaldamento.