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IL MESSAGGERO Slutski, 4-2-3-1 e attacco all’africana

Ahmed Musa
Ahmed Musa

(B. Saccà) – Cinque vittorie e due sconfitte raccolte nelle prime sette giornate del campionato russo. E un saldo di reti positivo di 10 gol. Ecco la fotografia del Cska Mosca campione di Russia, atteso dalla Roma domani sera allo stadio Olimpico. Una squadra non certo irreprensibile, specie in difesa, ma piuttosto imprevedibile sotto il profilo offensivo. L’allenatore Leonid Slutski è ancora alla ricerca di un equilibrio tattico: intanto ha allestito un 4-2-3-1 che prevede l’allineamento di Doumbia, Eremenko e Tosic alle spalle del centravanti Musa (nella foto). I risultati finora sono stati al più discreti, se almeno così si può definire un bottino di 15 gol disseminati in sette partite. Musa e Doumbia, il numero 18 e il numero 88, come detto, sono le stelle della squadra: il nigeriano ha siglato due reti nel Mondiale brasiliano, mentre l’ivoriano tende ad assomigliare molto a Gervinho, e non soltanto per la nazionalità. Seydou del resto predilige avviarsi sulla corsia (destra) e accentrarsi per liberare il tiro: il terzino sinistro e il vicino centrale difensivo della Roma, insomma, saranno chiamati a presidiare.

ALLERGIA TATTICA Va registrato, fra l’altro, che Slutski non potrà contare sugli squalificati Wernbloom e Dzagoev, il 10 della Russia di Capello. I dubbi abbracceranno però anche i doloranti Cauna, Elm, Schennikov e Vitinho: solo la rifinitura ci dirà. Quanto alla retroguardia, Ignashevich e Aleksei Berezutski, uno dei gemelli della squadra, assicurano una certa affidabilità, sia pur minima. All’opposto la copertina del peggiore se la merita il portiere Igor Akinfeev, un reale pericolo pubblico: indimenticabile davvero l’autorete firmata contro la Corea durante i Mondiali, un capolavoro di goffaggine divenuto famoso perfino negli arcipelaghi più remoti (oltre 200 mila le visualizzazioni su youtube).
A stringere, il Cska, 31esimo nel ranking, naviga sotto la costa: non uno slancio clamoroso, non una caduta fragorosa. Se mai, l’elemento utile alla Roma è legato all’assetto fatale cui il Cska si è dimostrato allergico: proprio il 4-2-3-1. Lo Spartak Mosca e il Rubin Kazan lo hanno intuito: e hanno affondato il colpo.

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