(Canettieri/De Cicco) Opere pubbliche e proprietà dello stadio alla Roma. Ecco il doppio ostacolo sulla strada del progetto Tor di Valle. Dopo il vertice di maggioranza di ieri in Campidoglio – presentato come l’anticamera di un primo via libera della giunta nella seduta straordinaria di giovedì – la coalizione di centrosinistra è pronta a dettare le sue condizioni al costruttore Parnasi e al presidente giallorosso Pallotta.
Condizioni pesanti e intoccabili per tutelare l’interesse pubblico dell’opera che finiranno all’interno della delibera comunale: almeno il 60% delle opere infrastrutturali di pubblica utilità che la newco si è impegnata a realizzare, dovranno essere già completate «prima» che vengano rilasciati i permessi per costruire lo stadio e il mega-centro di uffici e negozi: quindi Metro B, riassetto della Roma-Fiumicino e ponte pedonale sul Tevere. Di più: «Le opere che qualificano il pubblico interesse devono essere realizzate tutte», spiega il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo. «Quindi basta che una sola opera o un pezzo non venga realizzato che per noi decade l’interesse pubblico». Ecco perché la riunione ha partorito anche una commissione tecnico-politica che si è messa subito al lavoro: un organismo che guiderà la giunta nella stesura della delibera, mettendoci «quel pizzico di politica in più che finora è mancata», spiega più di un consigliere di maggioranza. Il sindaco Marino dall’America ha fatto sapere via Whatsapp di essere d’accordo: «Ben venga». Fair play.
RIUNIONE D’EMERGENZA – La prima spina affrontata ieri durante il vertice tra la maggioranza e l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo è stato il nodo trasporti. Dall’ultimo progetto, che ha tirato di nuovo in ballo la metro B, è sparito il potenziamento della Roma-Lido, ma il Comune chiederà a Parnasi di accollarsi una parte delle spese per aumentare le corse, in modo da non lasciare tutti gli oneri alla Regione. Tutto da sciogliere anche il nodo che riguarda la deviazione della metro B a Tor di Valle, vale a dire il cuore delle integrazioni al progetto presentate venerdì scorso. Secondo lo studio la metro a Tor di Valle arriverebbe attraverso una biforcazione dalla stazione di Eur Magliana, ma già la bipartizione della tratta a Conca d’Oro ha causato un allungamento dei tempi delle corse. «E ora non possiamo ripetere lo stesso errore», spiegano esponenti del Pd. I tecnici comunali sono al lavoro per capire quali ricadute possa avere sui tempi di viaggio la nuova biforcazione ipotizzata.
SOCIETÀ SATELLITE – L’altra questione su cui il Campidoglio non è intenzionato a fare passi indietro è quella della proprietà dell’impianto sportivo da parte della Roma. Proprietà che a oggi sarebbe invece in mano a una società satellite controllata da Pallotta. Il Comune vuole inserire una clausola che permetta di legare «indissolubilmente» lo stadio alla società sportiva.
Di tutti i problemi emersi finora si occuperà una commissione ad hoc istituita ieri e che avrà il compito di stendere materialmente la delibera che andrà in giunta giovedì. Del pool fanno parte, oltre a Panecaldo, anche Stampete (presidente della commissione urbanistica), Cesaretti (presidente della commissione mobilità), Coratti (presidente dell’Assemblea capitolina) e l’assessore Caudo.
CUBATURE FUORI MISURA – Rimane aperta la discussione sulle cubature-monstre del centro di negozi e uffici che nascerà accanto allo stadio. Una colata di cemento da novecentomila metri cubi, dopo la riduzione del 10 per cento ottenuta dal Comune, che le principali associazioni ambientaliste italiane, da Legambiente a Italia Nostra, hanno già bollato come «Ecomostro». Su questo argomento il Campidoglio sembra intenzionato a non toccare palla, lasciando invece campo libero alla Regione, l’ente che dovrà dare l’autorizzazione definitiva alla realizzazione dell’opera e che ha già definito «eccessiva di due terzi rispetto al consentito» la superficie che Parnasi vorrebbe edificare accanto all’impianto sportivo. «La Pisana ha la competenza sulle aree commerciali – spiega Panecaldo – starà a loro decidere sulle cubature».
PD SPACCATO – Il Pd cittadino si è dato appuntamento oggi pomeriggio per provare a uscire con una linea condivisa su Tor di Valle. Missione complicata. E per due motivi: i vertici romani dei democrat non hanno la minima voglia di aprire un vero dibattito per non creare problemi al sindaco Ignazio Marino (che domani rientrerà a Roma dopo le vacanze negli Usa). Ma esiste anche una corrente di pensiero composta da una flotta di parlamentari, consiglieri regionali e comunali che nei giorni scorsi è uscita dalla segrete stanze per dire cosa non va dell’operazione calcistico immobiliare. Alle 16 in via delle Sette Chiese si confronteranno queste due squadre. Ma, come accade per i match delicati, si giocherà a porte chiuse (la stampa non è ammessa). E, soprattutto, senza un voto finale. Tanto che tra i deputati c’è già chi è critico: «C’è stata concessa una riunione solo in extremis per farci contenti».