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IL TEMPO De Rossi salta City e Juventus

De Rossi
De Rossi

(E. Menghi) – Difficile credere sia tutta colpa del destino che si è messo di traverso, forse è più semplice e intrigante seguire il Sabatini-pensiero: il calcio romantico ha lasciato il posto alla grande industria del calcio, con conseguenti cambiamenti nel modo di prepararsi alla stagione sportiva che possono causare un maggior numero di problemi muscolari. C’è poco di poetico nell’infortunio di De Rossi, costretto a saltare 4 partite per una lesione di primo grado al soleo sinistro, ma nelle parole del ds c’è anche tanto di vero: «Non ci sono più i ritiri a Norcia fatti di 30 giorni di corse senza pallone – ricorda da Coverciano, dove ha tenuto una lezione a chi aspira a fare il suo lavoro –. Se ci si vuole sedere al tavolo dei grandi club, le tournèe vanno fatte. Ci sono dei rischi calcolati. La Roma non può e non vuole tornare indietro. Abbiamo una rosa ampia proprio per questo».

La preparazione ora comincia con il pallone, a muscoli ancora freddi. Era stato fatto così anche l’anno scorso, la differenza sta nel numero di impegni. È cambiato anche il preparatore, perché Garcia ha voluto al suo fianco il fidato Rongoni, difeso da Sabatini: «Consideriamo gli infortuni subìti finora come dei contrattempi. Non c’è niente da dire sul nostro preparatore e sui suoi collaboratori».

C’è da dire, invece, che De Rossi soffre da anni di problemi al polpaccio sinistro. Nella cronaca dei suoi infortuni risulta uno stop nell’ottobre del 2010 e, più di recente, nel giugno 2014, entrambi accusati con la Nazionale. Il danno era riferito ai gemelli della gamba sinistra, stavolta si tratta del soleo, che è più in profondità. Ci vogliono circa tre settimane per guarire da una lesione di questo tipo. Il che vuol dire niente Parma, Verona, City e, soprattutto, niente Juventus. Daniele salterà la sfida scudetto e rimanderà il debutto in Champions League. Presto si porrà anche un altro dilemma, legato proprio alla maglia azzurra: l’Italia dovrà vedersela con la Roma prima che con l’Azerbaigian.

Il ritorno di De Rossi è previsto con il Chievo, alla ripresa del campionato. Astori ha lo stesso piano, perché avverte ancora dolore al ginocchio e si sta mettendo in testa che per il match con i bianconeri servirebbe un miracolo. Potrebbe farcela, invece, Iturbe, anche se ieri ha fatto un grosso passo indietro. Dopo la felice corsa col pallone a soli 5 giorni dal k.o. col Cska Mosca, è tornato a fare fisioterapia. Potrebbe aver peccato d’ingenuità, perché è un giovane che ha poca esperienza con gli infortuni muscolari. La situazione di Castan è più delicata e va oltre il guaio alla coscia: famigliari e amici rassicurano che sta meglio, ma con un’infiammazione alla nuca non si scherza e allora meglio aspettare. «Lui è un guerriero, ma sarebbe pericoloso metterlo in campo», ha detto un prudente Rudi in sala stampa. I progressi di Strootman potrebbero consolarlo: sta riprendendo confidenza con il pallone e, se tutto filerà liscio, potrà tornare in gruppo entro un mese. Il «rischio» dell’abbondanza è stato piacevolmente calcolato.

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