(G. Giubilo) Tutto il resto è noia, verrebbe voglia di pensare guardando al panorama della domenica calcistica, nobilitato soltanto, folclore però predominante sui valori tecnici e sulla classifica, dal derby di Genova, molto sentito sotto la Lanterna.
Ma nessun dubbio sul fatto che sia la vigilia a monopolizzare l’interesse del campionato, anche per i riflessi che potrà avere qualche giorno più tardi quando la ridotta, ma qualitativa, schiera del calcio italiano sarà chiamata al secondo appuntamento europeo, prima la Roma a Manchester con il City, mercoledì la Juventus a Madrid con l’Atletico. Avranno di fronte, in entrambi i casi, i campioni nazionali in carica d’Inghilterra e Spagna. E domenica prossima si ritroveranno una di fronte all’altra allo Stadium.
Accingiamoci dunque a palpitare per un sabato particolare, il quinto tentativo da parte delle regine di scrollarsi di dosso la scomoda coinquilina, ma entrambe già contente di avere mantenuto il contatto. Al contrario del turno di metà settimana, quando la sola Roma era di fronte a un test impegnativo, stavolta il coefficiente di difficoltà sembra identico, per Allegri e per Garcia, che dunque non dovranno eccedere in confidenze riservando troppe attenzioni ai vicini impegni internazionali.
La Roma gioca in casa, ma dovrà vedersela con un Verona gratificato non soltanto dall’imbattibilità, ma anche dal quarto posto condiviso con Inter e Sampdoria. Francesco Totti celebra il suo trenttotesimo compleanno, ma ancora non è dato da sapere se in campo o in panchina. Garcia ama scherzare sull’età del capitano, ma lo considera una forza della natura. Non ci sarebbero stati dubbi sulla presenza di Totti nel trio di attacco se non ci fosse la trasferta di Champions League, che ha un peso specifico notevole nel preventivo stagionale. L’assenza più pesante, anche se diventa urgente il recupero di Iturbe, è quella di De Rossi, che salterà sicuramente i due prossimi, grandi appuntamenti. Keita è affidabile, ma a trentacinque anni avrebbe diritto anche lui di respirare. Certo, una jella feroce, avere a disposizione il solo Pjanic, di quel centrocampo che faceva lustrare gli occhi, prima che si rompesse Strootman, seguito a distanza da Daniele, il cui problema è per altro meno grave. Non è da escludere che Garcia proponga un’altra sorpresa, Paredes è tra i papabili. Tra gli ospiti, il gioiello rimane Toni, che nella breve parentesi giallorossa aveva lasciato un buono ricordo, ma l’uomo del momento è Ionita, il poliglotta moldavo, due gol decisivi firmati in pochi giorni.
Si diceva come stavolta il calendario non favorisca la Juve, perché l’Atalanta è formazione organizzata e tatticamente forgiata da uno stratega come Stefano Colantuono, ma può confortare Max Allegri la statistica, secondo la quale le trasferte juventine a Bergamo hanno quasi senpre prodotto esiti favorevoli. Spiegava ieri il tecnico nerazzurro, che per fede calcistica un favore alla Roma lo farebbe volentieri, come sia difficile programmarla, prima ancora che giocarla, una partita contro i campioni d’Italia. Se si sceglie, spiegava, di chiudersi in difesa, negli ultimi metri gli attaccanti juventini trovano puntualmente il colpo vincente. Se provi ad aggredirli, il loro contropiede è letale. E dunque l’Atalanta dovrà giocare senza pensare troppo al potenziale dei rivali. Allegri darà fiato a Pereyra, Lichtsteiner e Llorente, torna Tevez, forse trova spazio Morata.
Prima che pensare alla sfida con la Roma, c’è di mezzo l’Europa, non sono ammesse distrazioni, monito che vale per entrambe le regine.