(G. Giubilo) – Un evento quasi storico, otto partite su dieci nello stesso giorno e alla stessa ora. Un posticipo, Lazio in casa con l’Udinese, ma il giorno di riposo in più non consola Stefano Pioli, bersagliato dalla jella. Apripista, invece, il Milan a Empoli: nel mirino la riconquista del terzo posto, almeno temporaneo in attesa dell’ammucchiata di stasera. Invece arriva un solo punto, lungo incubo, due gol dei toscani, Abbiati evita la goleada, riapre una prodezza di Torres, pareggia Honda.
Per ora hanno preso il largo, la Juventus e la Roma, le regine designate. Ma questo quarto turno potrebbe sparigliare le carte, se si pesano i coefficienti di difficoltà dei rispettivi impegni. Per i campioni in carica, la garanzia dello stadio di famiglia, votato a produrre esclusivamente vittorie. Un primato che difficilmente potrà essere insidiato dal neopromosso Cesena, già gratificato dai quattro punti raccolti finora, tutti al Manuzzi, fallimentare la trasferta in casa Lazio. Di ben altro livello l’ostacolo che si accinge ad affrontare la Roma, con Garcia costretto a improvvisare in attesa che l’infermeria registri un sostanzioso esodo. Al Tardini, attende i giallorossi un Parma rigenenerato dalla vittoria esterna sul Chievo, che ha riproposto un artefice di alta qualità come Antonio Cassano, che Totti ha definito il partner di maggior talento tra i tanti assi che lo hanno affiancato in carriera. Rudi Garcia non ha dubbi: a Parma per vincere, secondo una filosofia che non ammette influenze né dalla classifica, né da cambi forzati. Sorprendente terza forza, il Verona attende il Genoa, logicamente spera che Gasperini abbia esaurito, contro la Lazio, una parte considerevole delle scorte di fortuna. In casa il Napoli, l’Inter e la Fiorentina, la sola che non abbia nulla da farsi perdonare.