(F.Balzani) – La chiama, sorridendo, La legge della serie, ma il guaio muscolare che terrà ai box De Rossi per un mese fa storcere il naso a Garcia e alimenta l’allarme infortuni (otto considerando anche i lungodegenti Balzaretti e Strootman) in vista delle prossime 4 sfide prima della sosta di metà ottobre. VIl centrocampista ieri mattina zoppicava vistosamente e i timori che si trattasse di qualcosa di serio sono stati confermati dagli esami strumentali: lesione di primo grado al soleo sinistro (al polpaccio) che lo costringerà a saltare Parma, Verona, City e (soprattutto) Juve. Una brutta tegola a poche ore dalla sfida all’ex Cassano di stasera nella quale Garcia cerca la 5˚ vittoria di fila. «Andiamo a Parma per vincere, come facciamo sempre, ma non parlate di partite facili. Finora siamo stati noi a renderle facili», ha precisato Rudi Garcia. E sugli infortuni? «Abbiamo costruito una rosa ampia perché sapevamo che poteva accadere. In francese la chiamiamo La legge della serie:quando c’è un infortunio poi c’è la sfortuna che accada per un secondo o terzo giocatore. Sono fiducioso di vedere entrare, comunque, uomini che daranno il meglio e faranno in modo che il gioco della squadra non cambi. Quest’anno giochiamo ogni 3 giorni. Bisogna dormire bene, essere attenti all’idratazione e all’alimentazione. Mi dispiace per Daniele, lui è molto importante per noi. Abbiamo però tante soluzioni come Keita che ha già giocato davanti alla difesa o Nainggolan uno dei migliori anche in allenamento. Poi c’è Paredes, è pronto». In attacco resterà fuori ancora Iturbe che però potrebbe tornare col City: «Lui ha tanta voglia, così come Castan. Ma noi non vogliamo mettere fretta a nessuno. Tornerà quando sarà il momento». Mentre per Ljajic (in ballottaggio con Florenzi) il tecnico ha parole al miele. «Potenzialmente è devastante, ha la mia fiducia al 200%». A sgomberare il campo dalla dietrologia sugli infortuni, è intervenuto a Roma Radio anche Sabatini: «Gli infortuni sono di diversa natura e li riteniamo accettabili a questo punto della stagione e dopo 2 mesi molto intensi. Colpa della tournèe? Tutti i club di primo livello fanno un’attività di questo genere. Il ritiro di quaranta giorni a Norcia appartiene al calcio del passato».