A poche settimane dalla rete contro il Foggia, tutta Roma ha un sussulto. E’ ufficiale: la Capitale ha un nuovo erede e il suo nome è Francesco Totti. Il gioiellino romano, viene spesso messo in discussione dalla stampa, ma oramai è chiaro a tutti: non è più una sorpresa e a soli 20 anni è straordinariamente padrone di una piazza mangia-giocatori che di tutta risposta lo coccola e lo protegge come un “pupone” (diventerà poi il suo soprannome). L’ingaggio di Zeman da parte del presidente Sensi è poi la svolta per la sua carriera. Il boemo responsabilizza subito il talento di Porta Metronia consegnandogli la maglia numero 10 e rendendolo insostituibile nel tridente d’attacco. E così, grazie all’intuizione di un allenatore dell’est, nasce il simbolo di Roma. Francesco Totti. Il numero 10.
LE STAGIONI DELLA ROMA E I GOL
I GOL DAL 1995 AL 1998
L’ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA
Totti rianima la Roma
Segna una doppietta e con l’ aiuto di Balbo affonda il Bari. Sensi si dilunga su D’ Alema e Fascetti se ne va sbuffando
BARI – ROMA 1 – 3 / Dimenticata la batosta nel derby. Delvecchio sbaglia un rigore nel finale Totti rianima la Roma Segna una doppietta e con l’aiuto di Balbo affonda il Bari DAL NOSTRO INVIATO BARI – Complicata. Cosi’ l’aveva definita Zeman, questa partita di Bari: complicata. Era pure serio quando l’ha detto, sabato mattina, e in molti gli avevano creduto. Perche’ la Roma sentiva ancora circolare dentro la testa certi pericolosi residui da post – derby, si era messa un po’ paura e voleva sapere se era riuscita a disintossicarsi nel giro di una settimana. La risposta e’ arrivata presto, senza bisogno di interrogarsi ulteriormente. Magari tutte le trasferte fossero complicate come quella pugliese: Zeman e la sua squadra potrebbero finire in carrozza il campionato. Contro l’inconsistenza spaziale del Bari, che la vittoria esterna di Empoli della domenica precedente si pensava potesse mascherare piu’ a lungo, i giallorossi hanno passeggiato forse al di la’ di ogni ottimistica previsione. Tre gol (magnifica doppietta di Totti e zampata di Balbo), due pali (Cafu e Paulo Sergio), un rigore mancato (Delvecchio, parata di Mancini) e una prestazione nel complesso molto incoraggiante. Per lucidita’ psicologica, saldezza di nervi, capacita’ estrema di approfittare delle debolezze altrui, soprattutto in fase offensiva. Tutto cio’ tenendo presenti i due squalificati pesanti, Di Biagio a centrocampo e Candela in difesa, il debutto di Dal Moro dopo diversi mesi di stop, e il cambio operato da Zeman nel tridente, con Paulo Sergio titolare al posto di Gautieri, ex animoso per i suoi precedenti con Fascetti, e puntualmente beccato dal pubblico nel finale. Al massimo, il Bari puo’ mettere sul piatto dei lamenti l’assenza di Ventola, il suo giocatore piu’ interessante, e dunque l’unico in grado, in certe partite, di trovare la giocata vincente e regalare un po’ d’ossigeno a una squadra intrappolata nel buio. Ma nulla, e lo stesso Fascetti lo ha poi riconosciuto negli spogliatoi, avrebbe potuto pareggiare i conti. Troppo evidente la differenza di struttura e di qualita’ tecnica, oltre che tattica, tra le due formazioni. Per il Bari la chiave di volta e’ stata lo svantaggio subito dopo appena dieci minuti di gioco. La necessita’ di cambiare completamente atteggiamento, passando dall’idea di attesa per colpire di rimessa all’altra, faticosissima, di fare la partita e rimontare il gol su punizione di Totti (gravemente colpevole il portiere Mancini), ha fatto precipitare nell’oscurita’ una squadra perfettamente cosciente dei propri limiti. Tuttavia e’ insensato parlare di rivincita. La Roma ha dato uno scossone significativo a tutte le critiche che le si erano rovesciate addosso in seguito all’1 – 3 contro la Lazio. Ma ha solo fatto il suo dovere. I due gol di Totti (assolutamente imprendibile il secondo, quello del 3 – 1) rappresentano probabilmente la nota piu’ lieta del pomeriggio giallorosso. In dubbio fino a pochi giorni prima della gara e messo duramente sotto accusa per la prova incolore nel derby, Totti ha reagito da grandissimo giocatore qual e’. Ora si aspettano repliche. Anche nelle partite che contano, contro avversari di primo piano. Buona la prestazione di Dal Moro (meglio nel primo tempo) e di Helguera, l’anno scorso protagonista della serie B spagnola e ieri lanciato da Zeman al posto di Di Biagio. Bene anche Paulo Sergio, ma piu’ di tutti ha impressionato Cafu, davvero un’ira di dio. Forse gasato per i complimenti ricevuti venerdi’ da Massimo D’Alema, segretario del Pds. Che considera il brasiliano come l’acquisto piu’ azzeccato di tutta la rivoluzione romanista.
ZEMAN: “SIAMO STATI BRAVI” Sensi si dilunga su D’Alema e Fascetti se ne va sbuffando BARI – Il presidente della Roma, Franco Sensi, parla a ruota libera. Comincia da Francesco Totti (“Un grande giocatore, due grandi gol”), continua con l’analisi postuma della sconfitta con la Lazio. Poi si butta in politica e chiarisce le motivazioni della visita di D’Alema e le presunte reazioni di Gasparri e Storace. Una maretta un po’ montata Ulivo – Polo. Fascetti si spazientisce nell’attesa, sbuffa e fa la conferenza altrove: “Avevo impostato una gara di contenimento. Il gol su punizione di Totti, dopo dieci minuti, ha fatto saltare tutto. La Roma? Manca qualcosa per essere una squadra di vertice”. Ritornando alla Roma, si e’ fatto attendere Zeman, solita sigaretta e solite risposte – sonnifero: “Mi aspettavo la reazione dopo la sconfitta nel derby? Certo. Col Bari e’ stato facile? E’ diventato semplice per merito nostro. Totti? Lo conosciamo da 5 anni”. Totti insostituibile? E Zeman: “L’ho sostituito gia’ col Bari, all’85′”. Totti e’ felice: “Bari mi porta bene: qui ho vinto l’oro nei Giochi del Mediterraneo e stavolta ho fatto due gol. Se penso a Maldini e alla nazionale? Resto con i piedi per terra”.