Campo Testaccio è sprofondato in un cratere di tre metri di profondità, ampio quanto l’intero terreno di gioco: recintato alla meno peggio con vecchie catene arrugginite, è diventato ritrovo di senza fissa dimora, sommerso da erbacce e rifiuti. La storia attraversa tre amministrazioni comunali e per ora nulla è valso il lavoro dei comitati di quartiere.
Tutto nasce quando viene sviluppata l’idea del PUP, Piano Urbano Parcheggi: ad aggiudicarsi la gara per la realizzazione dei lavori fu l’azienda Consorzio Romano Parcheggi. L’AS Testaccio diede la disponibilità alla realizzazione di intervento di riqualificazione urbana. Iniziano i primi lavori, viene smantellato il terreno e lo sbancamento che origina il cratere di tre metri: poi niente più. Si parla di mancanza di fondi, spuntano reperti di interesse archeologico, si apre un contenzioso con l’Amministrazione Comunale che intima al Consorzio di portare a compimento l’intervento. Sono passati 5 anni, il Campo Testaccio non esiste più.
Ricorso al Tar: l’esito è favorevole al Comune ma ne pende un altro al Consiglio di Stato. L’As Testaccio chiede il ripristino del campo e l’assessore Pancalli sta cercando di trovare una soluzione: “La volontà è quella di restituire Campo Testaccio alla città. La vicenda è complessa, siamo in attesa del corso della giustizia“.
Fonte: Corriere dello Sport