Juan Iturbe è il giocatore giallorosso che segna più di frequente: mezzo gol a partita in campionato, quasi un gol ogni mezza partita in Champions League. Poi vai a vedere quante volte ha giocato. Due su sei in campionato: totale 139 minuti. Due su due in Champions League, ma a guardar meglio sono 44 minuti su 180 (più recuperi) disponibili. Ha debuttato subito in campionato, contro la Fiorentina, senza incidere solchi troppo profondi. Poi l’allenatore Rudi Garcia lo ha lasciato riposare contro l’Empoli e lo ha rimesso in pista con il Cska Mosca. Guadagnandoci un gol, due assist e l’uscita di scena dell’argentino per tre partite di campionato. Dopo una breve incursione aManchester, alla piena attività di servizio l’attaccante è tornato contro laJuventus, e risultato a parte, in un bel modo sostanzioso: segnando grazie a un suggerimento verticale di Gervinho, specialità della ditta quando i due sono insieme, e l’affondo a raggio laser in mezzo alla difesa.
Certo, era crollato in campo anche in quell’occasione. Ma poi era andato avanti un bel po’, fino a prendere tre colpi su un ginocchio. Iturbe è ancora lì a farsi massaggiare il ginocchio suddetto, a spingere pesi per non perdere tono muscolare e solo ieri si è spinto per qualche minuto sul campo. Per il Chievo non lo inseriscono neppure nella lista dei convocati. Garcia gli ha già scritto il copione per la partita di martedì con il Bayern, ma il tempo è diventato dannatamente stretto. Alla Roma dicono, come già dicevano di Lamela: è uno che cerca rogna e spesso ne trova, scatta e dribbla, va incontro alle chiusure un po’ decise e un po’ incavolate della difesa. Assolutamente vero. Era vero anche a Verona, dove a un certo punto non avevano più parole avanzate per chiedere attenzione agli arbitri e annunciare le fermate ai box di Iturbe.
Fonte: Corriere dello Sport