Yanga-Mbiwa piace a tutti i tifosi della Roma. E fino a questo momento non ha mai avuto la fortuna di giocare insieme a Castan. Si è fatto da solo, imparando che cosa significhi proteggere l’area da Ibarbo e da Cassano, da Nené e da Toni; mentre di Dzeko sapeva bene, dato che l’anno e mezzo di campionato inglese non gli ha permesso di accrescere l’autostima però gli ha lasciato un bagaglio rimarchevole di conoscenze tecniche oltre che una perfetta conoscenza della lingua più universalmente utilizzata al mondo.
E’ un ragazzo che dagli otto anni vissuti nella Repubblica Centrafricana, Mapou si è portato dietro radici, ricordi e muscolatura flessibile. Il resto l’ha imparato in Francia, comprese le quattro parole d’italiano con le quali ha salutato tutti il primo giorno di Roma. E tutti si sono fermati a guardarlo, come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, colti alla sprovvista sia dall’italiano sia dal sentirsi salutare con tanta cortesia. Con Holebas condivide la stanza a Trigoria e scambia fitte conversazioni in inglese, utili sia a passare il tempo sia a non perdere l’abitudine: Yanga-Mbiwa ci tiene a imparare. Se facesse un giro del mondo, dice di lui l’assistente di Garcia, Frédéric Bompard, andrebbe a piedi zaino in spalla e scruterebbe ogni metro del percorso.