(A. Bocci) – Gabriele Oriali, team manager della Nazionale sempre più in sintonia con Antonio Conte, ha dettato la linea nell’aula Magna del centro tecnico federale: «Ogni qualvolta i giocatori varcano il cancello di Coverciano devono dimenticare le tensioni del campionato». Il caso Bonucci è scoppiato all’improvviso. Il cecchino della Roma nella notte tra lunedì e martedì aveva postato su Twitter e Instagram la foto dell’esultanza dopo lo sgambetto ai giallorossi, accompagnata da un messaggio rumoroso: «Sciacquatevi la bocca». Parole rafforzate da tre punti esclamativi e condite da altri commenti da macho: «Sino alla fine forza Juve, vincere è l’unica cosa che conta». Un colpo basso per Conte che il giorno del raduno, davanti al gruppo al completo e poi pubblicamente, era stato chiaro:«In Nazionale non si parla di campionato, siamo qui per preparare bene le partite con Azerbaigian e Malta». L’amarezza del c.t. è forte perché il tradimento è stato perpetrato da uno dei suoi fedelissimi. Bonucci conosce le regole della casa e le conosce da tempo, ma non ha resistito. Il tecnico è stato informato dell’accaduto durante l’allenamento della mattina e prima del pranzo ha ripreso duramente il difensore, che ha chiesto scusa.
Ma a colpire è stato il processo pubblico a cui Bonucci è stato sottoposto. Oriali, in conferenza stampa, ha parlato davanti al diretto interessato e non è stato tenero. «Quella di Leonardo è un’uscita improvvida e infelice. C’è un regolamento non scritto che vale e non può essere violato. Accettiamo le scuse di Bonucci che ha capito di aver sbagliato, ma certi episodi non devono più succedere». Parole forti e toni duri davanti al giocatore che ha abbozzato un sorriso nervoso e non ha potuto far altro che adeguarsi. Bonucci resta in gruppo e venerdì sera a Palermo contro l’Azerbaigian sarà titolare, ma da qui in avanti nessuno dovrà più sbagliare. Chi lo farà, tornerà a casa. «Cosa succederà la prossima volta? Speriamo non ci sia una prossima volta», se l’è cavata Oriali. Ma i giocatori sono stati avvisati. E il discorso vale anche per Balotelli, che qui non c’è, ma prima o poi potrebbe arrivare e che di Twitter fa un uso smodato.
Nell’Italia di Conte non c’è posto per certi errori di superficialità. L’abuso dei social non è gradito, tanto più che Bonucci ha twittato dopo la mezzanotte, quando in teoria un giocatore in ritiro dovrebbe pensare a dormire. «A un certo punto della giornata è meglio disconnettersi», il tackle del mediano Oriali. Leo si è consegnato. Ha accettato il processo e la sgridata anche se ha difeso la bontà della sua uscita, che ha scatenato l’ira dei romanisti e rinfocolato la polemica. «Ho il massimo rispetto di chi indossa i colori giallorossi e di chi li porta nel cuore. Chi mi conosce sa che quello è il mio modo di esultare dedicato agli juventini e ai miei amici. Non volevo attaccare nessuno. Un gol così, magari, non lo segnerò mai più e ho pensato di prolungare la felicità…». Facendo incavolare Conte. I social, la forma più moderna di comunicazione, a volte possono essere una trappola. «Sta all’intelligenza delle persone usarli bene», ha spiegato Bonucci. Lui era convinto di averlo fatto. Chi lo conosce sa che davvero festeggia così i suoi gol, tranne quello alla Roma nella scorsa stagione «perché mia moglie era incinta e avevo messo il pallone sotto la maglia». Ma non tutti ne sono a conoscenza. E il caso è scoppiato. Il nuovo Conte vuole pace e tranquillità. E feroce concentrazione. E il fatto che a sgarrare sia uno che conosce il suo stile e i suoi metodi lo ha mandato fuori dai gangheri.