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GAZZETTA DELLO SPORT Dal gol di Haessler alla magia di Iturbe. Giallorossi a caccia di un altro record

Iturbe
Iturbe

(C. Zucchelli) – Dalla punizione di Haessler alla corsa di Gervinho. Da un tedesco a un ivoriano, da un tecnico straniero in panchina (Boskov) a un altro, Garcia. Dalla serie nata 22 anni fa e durata 7 anni a quella attuale che, domani, potrebbe eguagliarla. Roma­-Bayern Monaco racconta tante storie: di persone, di legami, di amori da e per il calcio. E per i gol. Per questo, se i gialloros­ si dovessero segnare, ce ne sarebbe un’altra da scrivere e aggiornare. Eccola. Se la Roma andrà in gol replicherà la serie di 17 partite europee in cui è riuscita a realizzare almeno un gol in casa. La prima dal ’92 al ’99; la seconda, eventual­ mente, dal 2008 al 2014.

DOPPIETTE E CARNEADI – La prima serie di 17 incontri con la porta avversaria trafitta in casa na­sce nel 1992 con una punizione di Haessler contro il poco prestigioso Innsbruck. In mezzo, fino al 1999, tante reti (40, compresa quella del te­desco), realizzate da giocatori che hanno fatto la storia del club: in senso positivo e in senso negativo. Se, quindi, è inevitabile citare i gol di Giannini, Totti, Balbo, Aldair (doppietta al Ga­latasaray) e Delvecchio, menzione particolare meritano il gol di Mihajlovic al Borussia Dort­mund (uno dei soli due che realizzerà in giallo­rosso) e la rete dell’uragano (da 30 miliardi di lire e ingaggio annuo da 2) Fabio Junior, colpo di testa sul primo palo, al Goteborg.

DA SPALLETTI A GARCIA – La prima serie si interrup­pe il 2 marzo del 2000 contro il Leeds (uno scial­bo 0-­0). Mentre la seconda parte in un Roma­-Cluj del settembre 2008. La rete di Panucci non serve ad evitare la sconfitta alla squadra di Spalletti, ma da quel momento, Champions o Europa League, la Roma in casa ha segnato per 16 incontri di fila. I gol sono 39, 8 dei quali realiz­zati da Totti (che nella prima striscia ne aveva fatti 5) e 4 da Vucinic, tra cui quello forse più bello di tutti. È il 4 novembre 2008 quando il montenegrino, al 13’ della ripresa, costringe tutto l’Olimpico alla standing ovation con un gol da antologia che la Uefa inserisce tra i più belli dell’anno: Mirko ruba palla a centrocampo, prende nettamente il tempo a Mikel e poi, senza colpo ferire, spiazza Cech, portiere del Chelsea. Applausi a scena aperta, gli stessi che contro il Cska Mosca si sono conquistati Gervinho e Itur­be, che ha aperto le danze con i russi. A loro, o a chiunque scenderà in campo stasera, il compito di non interrompere la serie, con l’Olimpico in attesa della grande impresa.

NOTTI POCO MAGICHE – Ce ne sono state, in questi anni, ma ci sono state anche notti di lacrime. Due, su tutte. La prima è quella contro lo Slavia Praga: sono passati più di 18 anni da quando, con Mazzone in panchina, la Roma sognava la semifinale di Coppa Uefa ed era riuscita nell’impresa di rimontare due reti ai cechi. A 7’ dalla fine dei supplementari, con la doppietta di Moriero e gol di Giannini, la Roma era sicura del passaggio del turno, poi la doccia fretta di Va­vra. Finì con Giannini in lacrime sotto la Sud, stessa scena vissuta 13 anni dopo quando però fu Totti, dopo il rigore fallito da Tonetto contro l’Arsenal (ottavi), a piangere davanti ai suoi ti­fosi. Quella sera il gol lo realizzò Juan, la Roma con mezza squadra infortunata si divorò la rete necessaria per passare il turno e terminò così l’avventura in Champions. Un’avventura speciale per tutti, considerando che la finale, quell’anno, si sarebbe poi giocata proprio all’Olimpico. Ci andò Guardiola col suo Barcellona, vincendo.

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