(M. Cecchini) La processione laica comincia fuori dal «finger» che conduce all’aerostazione di Fiumicino per terminare solo sotto al pullman. Applausi, foto, «selfie» acrobatici, preghiere accorate di scudetto o – perché no? – di Champions League. Francesco Totti, ormai, è una sorta di Madonna pellegrina dei nostri anni di cuoio. Una divinità profana che, sull’altare dell’Etihad di Manchester, ha trovato nuovi adoratori dopo il gol che ha fatto scatenare i giornali inglesi. «Italian legend», «Italian Maestro », «Vintage Totti» e via giochi di parole tesi a celebrare la prima rete segnata in terra inglese dal capitano della Roma. Un vuoto in carriera su cui il City, in un tweet, prepartita aveva ironizzato. «Non l’avevo letto, ma mi ha portato fortuna», ha detto il leader giallorosso, prima della celebrazione video dell’Uefa e addirittura dei complimenti del Premier Matteo Renzi, che lo ha chiamato da Palazzo Chigi. «Mi ha sorpreso e reso felice — ha commentato il capitano romanista —. Una chiamata del presidente è motivo d’orgoglio».
TRECENTO GOL – Ormai i primati battuti da Totti sono così tanti che un articolo risulterebbe solo un arido elenco di dati. Quelli a cui tiene di più sono senz’altro lo scettro di presenze e dei gol nell’attuale Serie A (564 caps e235 gol), inseguendo record-man assoluti come Maldini (il primo) e Piola (il secondo), senza contare che tra Roma e Nazionale A, in gare ufficiali, è arrivato ora a 300 reti. Ma per carattere il capitano della Roma non si volta indietro e così qualcosa comincia già a bollire in pentola. Tutto questo perché ilpresidente è uomo che sa coniugare cuore e business e ha già capito come marketing e merchandising giallorossi, numeri alla mano, continui a ruotare attorno al numero 10. E allora sull’asse Boston-Trigoria sta prendendo corpo un’idea: Francesco ha un contratto fino al giugno 2016 (cioè alle soglie dei 40 anni), ma se il fisico lo sorreggerà, perché non prolungare il suo contratto per una-due stagioni? Così facendo si coniugherebbero almeno tre desideri: consentire al capitano di battere il primato di Costacurta che – portieri esclusi – è finora il più «vecchio» calciatore impiegato (nonché goleador) nel nostro campionato (41 anni e 25 giorni); far giocare a Totti almeno una partita nel nuovo stadio, che dovrebbe essere pronto nel 2017; regalare alle casse societarie ancora anni di introiti tottiani, visto che voci ufficiose dicono che la maglia numero dieci venda come le altre messe insieme. Come dire – tra alimentazione studiata (da due estati si prepara alla stagione in una clinica dietologica di Merano) e lavoro specifico – il contratto di 6 anni da dirigente (già firmato) può attendere in fondo a un cassetto.
«SOTTO CON LA JUVE» – E alla luce tutto ciò le parole di Francesco paiono una terrazza con vista sul futuro. «Sono orgoglioso di quello che ho fatto in carriera, ma spero di continuare e non fermarmi. Ho 38 anni, però sinceramente non me li sento». Ed anche gli avversari fanno fatica a vederglieli. «Noi vogliamo passare il girone di Champions – conclude Totti – ma giocando in questa maniera possiamo battere tutti, anche domenica la Juventus». A Torino faranno bene a prenderlo sul serio. P.S. La maglia che Totti ha indossato contro il City l’ha voluta per sé il presidente Pallotta. Meglio che faccia spazio nella sua sala dei trofei, perché l’impressione è che Francesco gliene regalerà molte altre.