(D. Stoppini) – Hanno un certificato di garanzia senza scadenza. Sì ok, sul loro contratto c’è scritto 2015, ma guai a dar troppo retta ai numeri. E se proprio la tentazione diventa irresistibile, allora meglio tranquillizzare tutti: Keita e Maicon sono già proiettati nella Roma di domani, roba da far invidia al «Doc» di Ritorno al futuro . Proprio loro: classe 1980 il primo, 1981 il secondo, entrambi vicini al rinnovo del contratto. Già ora, a ottobre: è bastato un mese di stagione per cambiare musica. Keita è entrato nel consiglio dei saggi di Garcia, è il «capitano degli altri» dopo Totti e De Rossi, è il migliore per rendimento a centrocampo: serve altro? Di Maicon basta rileggere le cronache di un mese fa: escluso dalla Seleçao, sembrava perso per la prima squadra, a Trigoria qualche suo comportamento non era stato gradito. Risultato? Sei partite delle ultime sette da titolare. E in quella cominciata in panchina (a Parma), è poi entrato per contribuire alla vittoria finale.
QUI KEITA Ecco perché la Roma si è già fatta due conti. Su Keita, ad esempio, è stato avviato un discorso sul futuro: il maliano ha firmato in estate per un solo campionato, ma negli ultimi giorni la società gli ha prospettato l’idea di un rinnovo per un’ulteriore stagione. Risposta: sensazioni positive, appuntamento a Natale per mettere nero su bianco. Di più: di Keita ha colpito la personalità dentro e fuori dal campo. E così in futuro il presidente James Pallotta vorrebbe continuare ad averlo nell’orbita Roma, magari come ambasciatore nel mondo. Una sorta di stella da mostrare orgogliosi, come la foto del post partita di Torino con l’abbraccio a tre tra il maliano, il presidente e Pep Guardiola. «Siamo stati fortunati perché voleva venire a giocare da noi — ha detto da Londra Pallotta sul centrocampista —. È arrivato a parametro zero, ma gioca per la Roma come se fosse da sempre qui. È il nostro Grande Slam. Questo vuol dire che si possono prendere grandi giocatori anche senza spendere 35 milioni di euro». Grande giocatore anche per la sua nazionale, il Mali, che oggi affronta ad Addis Abeba l’Etiopia per le qualificazioni alla Coppa d’Africa. Qualificazioni tormentate dal caso Ebola, sul quale Keita ha voluto polemizzare: «Sbagliano i club che non vogliono dare i giocatori alla nazionale per paura di contagio. L’Ebola è di sicuro un’epidemia grave, ma ho l’impressione che quando c’è di mezzo l’Africa tutto venga amplificato».
QUI MAICON Non ci fu bisogno di amplificare ulteriormente, invece, l’esclusione di Maicon dal Brasile, a settembre. Qui è servito tutto il savoir faire di Garcia, che ha trattato Maicon da campione ancor prima che da uomo, lasciando la vita privata fuori da Trigoria. Maicon ha ripreso a correre, in tutti i sensi. Di più: vola oggi più della scorsa stagione, quando in concomitanza del doppio impegno quasi sempre veniva risparmiato per paura (o a causa) di infortuni. Oggi il brasiliano ha modificato qualcosa nel suo avvicinamento alle partite e i risultati si vedono: Garcia non lo toglie più, a Trigoria del suo malessere post Mondiale è rimasto poco o niente. «Torna a giocare, riprenditi la Roma e poi parliamo di rinnovo», fu il messaggio diretto al giocatore dal d.s. Sabatini a inizio agosto. Ora i tempi sono maturi, i contatti con il suo agente frequenti, presto arriverà la chiamata per la firma: su questo ormai non ci sono più dubbi. La Roma di domani avrà radici profonde.