(M. Calabresi) – Senza andare troppo indietro nel tempo, e senza arrivare al record di 10 vittorie nelle prime 10 partite stabilito il 31 ottobre di un anno fa proprio contro il Chievo, Rudi Garcia lo hanno definito in ogni modo. Gli ultimi, nell’ordine: «Il nostro Ferguson» (Pallotta, la scorsa settimana a Londra), «L’imperatore» (Le Figaro), «Il costruttore di Roma» (Europe 1). Niente di sorprendente, allora, se anche la Uefa – nella sua rivista pubblicata in occasione di ogni giornata di Champions –, metta di diritto il tecnico francese tra i candidati per il titolo di «ottavo Re di Roma». Anche perché l’Europa del calcio si sta accorgendo della Roma, dopo essersi già accorta di Garcia ai tempi del Lilla.
Liedholm e Capello Tra i sette re già nominati dalla Uefa, ci sono cinque giocatori che hanno fatto la storia del club: Amedeo Amadei, scomparso il 24 novembre scorso, Paulo Roberto Falcao, Bruno Conti, e poi Francesco Totti e Daniele De Rossi, uno che a Garcia deve buona parte della sua permanenza a Roma. Ma ci sono anche due allenatori: Nils Liedholm e Fabio Capello. Lo svedese, campione d’Italia nel 1983; il friulano, campione d’Italia nel 2001. A diciotto anni di distanza l’uno dall’altro. Il contratto di Garcia scade nel giugno del 2018, quando dall’ultimo tricolore saranno trascorsi 17 anni: il francese, convinto «di voler rimanere a Roma a lungo, il mio presente è qui», ha sempre «le valigie in corridoio», ma a diventare ottavo Re di Roma vuole riuscirci molto prima, magari già a fine maggio.