(C. Zucchelli) – Quaranta minuti scarsi in due, quattro presenze totali, nessuna dal 1’. Destino comune, quello di Salih Uçan e Leandro Paredes: arrivati in estate come colpi giovani della campagna acquisti della Roma, erano considerati ricambi non (ancora) all’altezza dei titolari, ma affidabili per entrare a partita in corso e mettere in campo talento e minuti al posto dei vari De Rossi, Nainggolan, Pjanic, Keita e Strootman, quando rientrerà. Invece, se si esclude qualche sporadica apparizione, Garcia non li ritiene ancora pronti per giocare ad alto livello e le rotazioni del centrocampo non li hanno mai riguardati. «Eppure crescono», è il mantra che arriva da Trigoria: lo dice l’allenatore, lo dicono i dirigenti e lo ammettono anche i compagni di squadra.
Un’estate fa Almeno al Bernardini la loro presenza è costante, anche se Uçan è stato costretto a saltare 4 partite per colpa di un infortunio muscolare che l’ha tenuto fuori ad inizio stagione. I guai fisici, uniti a difficoltà d’ambientamento comprensibili per un ragazzo che deve ancora compiere 21 anni e che non parla né italiano né inglese, hanno fatto sì che l’esordio arrivasse soltanto pochi giorni fa contro il Chievo. Tre minuti scarsi al posto di Nainggolan, i primi ufficiali dopo le 17 presenze dello scorso anno con il Fenerbahce. In estate, dopo il gol contro la selezione Under 23 dell’Indonesia, i tifosi già impazzivano per lui ed erano convinti di avere in casa il nuovo Pjanic. Se così sarà lo stabilirà il tempo, perché il talento è giusto, l’esperienza ancora no.
I consigli di Erik Al contrario di Uçan, non ha avuto problemi Leandro Paredes. Lui con la Roma si è allenato sempre, l’italiano lo capisce, ma occasioni per giocare titolare non sono arrivate. Sempre per scelta tecnica. Col Chievo l’occasione sembrava quella giusta, poi Garcia ha scelto i soliti titolari e a lui sono toccati solo i 20’ finali. Leandro aspetta, anche se scalpita perché sa che si gioca la possibilità di essere riscattato dal Boca. La presenza della famiglia a Roma lo aiuta tanto, così come lo aiutano i consigli — a distanza — del suo amico Lamela, uno che conosce bene piazza e società. Società che, però, continua a trattare Rabiot. Dovesse arrivare a gennaio, aumenterebbe la concorrenza e allora l’ipotesi di un prestito di Uçan non sarebbe poi così remota. Sei mesi fuori, a giocare, per ritrovarlo il prossimo anno pronto a contendere il posto ai big del centrocampo.