(C. Zucchelli) Gli basterà giocare oggi solo un minuto per battere il suo record in Serie A. Da gennaio a maggio, col Chievo, Leandro Paredes aveva messo insieme soltanto 15’ in una presenza, mentre con la Roma è già a 2 apparizioni e a 15’ di gioco. Non un grande risultato, almeno finora, per uno che in patria veniva chiamato El Mago e che Walter Sabatini ha cercato di tenere nascosto, per paura che qualche club glielo strappasse, fino all’ultimo.
L’arrivo La sera di Juventus-Roma, non quella di questa stagione, ma quella di gennaio, il Boca annunciava che il suo talento più prezioso, neanche vent’anni, si sarebbe trasferito in prestito alla Roma per 18 mesi. A Trigoria smentivano, salvo poi fare marcia indietro quando Paredes sbarcò a Fiumicino con tanto di sciarpa giallorossa al collo. La Roma non lo ha tesserato subito perché extracomunitario, lo ha girato al Chievo ma, complice un infortunio, Paredes il campo lo ha visto col contagocce.
L’esordio Dopo essere rientrato alla base e essere stato sottoposto alla cura Garcia-De Rossi-Pjanic-Keita, sembra arrivato il suo momento. D’altronde, Garcia lo ha certificato: «Leandro è pronto». Leandro sembra esserlo davvero, lui che a 20 anni (compiuti a giugno) ha già una figlia di un anno, che si diverte ad andare alle giostre a Valmontone e si ferma con tutti i tifosi che gli chiedono una foto e che, per allargare la famiglia, si regala anche un cane. Il tutto, naturalmente, documentato via Instagram. Al contrario di molti suoi coetanei e connazionali (Icardi, per esempio, ha appena un anno più di lui), Paredes è però un ragazzo coi piedi per terra, che ha capito che con i centrocampisti che ha la Roma c’è soltanto da imparare. «È vero — ha ammesso in un’intervista rilasciata al match program ufficiale del club — con Totti, Pjanic e De Rossi mi trovo bene, spronano molto i ragazzi più piccoli. E poi c’è Garcia, un allenatore molto attento a noi giovani».
Dalla Bombonera in poi Il feeling c’è, al contrario di Uçan (rientrato tra i convocati dopo aver superato i problemi muscolari, potrebbe giocare qualche minuto se le cose si mettessero bene) Paredes non ha avuto problemi di lingua e ambientamento, come invece accaduto al Chievo: «I primi due mesi a Verona sono stato infortunato, ma lo staff medico della società mi ha curato con attenzione. Mi dispiace aver giocato così poco». È dispiaciuto, evidentemente, anche l’ex direttore sportivo del Chievo Giovanni Sartori: «Pensavo si ritagliasse più spazio, ma è stato frenato dai problemi fisici e dalla giovane età». In una squadra che lotta per salvarsi lo spazio è poco, anche se uno che viene dalla Bombonera non dovrebbe avere problemi a giocare al Bentegodi: «È importante — ha detto ancora Paredes — avere il supporto dei tifosi e quelli della Roma sono simili agli argentini. Sarà importante avere uno stadio di proprietà e spero di poterci giocare». Lo spera lui, lo spera anche Sanabria che, come Uçan, si augura di avere qualche minuto a disposizione per poter esordire, a distanza di quasi 3 anni da un altro esordio che i romanisti ricordano bene.
Il mio amico Erik Era il 23 ottobre 2011 quando, all’Olimpico contro il Palermo, Erik Lamela esordì in giallorosso, presentandosi con un gol stupendo da 3 punti. Quel giorno, Paredes era davanti alla tv. E pochi mesi dopo fu proprio Lamela a consigliargli di scegliere la Roma. Chissà se stavolta sarà Erik, dopo il big match di Premier tra City e Tottenham, a mettersi davanti alla tv.