(D. Stoppini) – E allora spazio a lui, Mattia Destro, l’uomo che per una strano scherzo del destino si vede sempre costretto a rincorrere. Una maglia da titolare, ancor prima che un avversario, molto più di un gol: no, quelli non mancano. Manca invece la convinzione, attorno a lui. A Trigoria c’è chi gli ha fatto notare un atteggiamento un po’ troppo morbido, al momento dell’ingresso in campo contro la Juve, e la chiusura ritardata su Bonucci. Destro è già pronto a rispondere. Come sa fare: sul campo, con i gol, nonostante un lieve affaticamento muscolare, ricordino della Nazionale. E il tutto vicino all’amico Florenzi e a un Ljajic pronto a sfruttare il probabile riposo di Gervinho. L’anno scorso al Chievo Destro ne fece due. Stavolta, da dove si riparte? Dal quel gol da matto con il Verona, stop e tiro da casa e corsa ad abbracciare Rudi Garcia. Garcia che ora è pronto a stimolarlo, molto più di quanto non abbia fatto il c.t. Conte in Nazionale, dove l’attaccante è continuamente scavalcato. Del resto, Destro ci è abituato. Alla Roma quel ruolo è tutto di Totti, che gli lascerà spazio pregustando il Bayern, in un Olimpico che farà registrare il record d’incasso (3 milioni di euro).
DE ROSSI C’E’ – Vicino a Totti domani ci sarà anche De Rossi, tornato in gruppo dopo l’infortunio al polpaccio: dall’inizio, però, spazio a Paredes. In panchina anche Sanabria, che ha ricevuto a Trigoria la visita del c.t. paraguaiano Victor Genes: sorrisi e abbracci con Garcia, che in testa ha solo il Chievo. Giusto, in fondo, vivere alla giornata. Anche Destro lo fa