(L. Pasquaretta) Massimiliano Allegri non è tipo che si piange addosso. Guarda avanti. Lo ha sempre fatto con quel sorriso un po’ così e la caparbietà tipica dei livornesi.Volta pagina sempre e comunque. Per lui contano il presente e il futuro. Lo si era capito il giorno della sua presentazione quando aveva ereditato la panchina bollente di Conte, ieri quando ha spiegato che la sconfitta di Madrid è una parentesi aperta e chiusa, come è giusto che sia per una grande squadra che punta ad obiettivi ambiziosi. E anche quando ha spiegato perché aveva deciso di continuare con il Milan, declinando l’offerta della Roma. «Nella vita rimpianti non ne ho mai avuti, perché quando si fanno le scelte in quel momento è sempre quella giusta. A posteriori molte cose si potrebbero cambiare, ma non è possibile farlo nella vita. Anche perché dopo sono diventato l’allenatore della Juve e magari se fossi andato a Roma, non sarebbe potuto accadere». Insomma, punto e a capo. E pensiero fisso sui giallorossi. Sicuramente non ci chiuderà occhio, è un perfezionista. Una cosa è certa. E lo ha detto e ripetuto fino allo sfinimento: la sua Juve è forte e non ci saranno contraccolpi psicologici dopoMadrid. «A me la parola arrabbiati non piace molto, perché dovremmo esserlo?» ha rilanciato il tecnico livornese:«Piuttosto mi aspetto che la mia squadra sia concentrata, che giochi con intensità sia a livello fisico che mentale». Testa bassa e pedalare.
POLITICAMENTE CORRETTO – Poi, un crescendo rossiniano di frasi di circostanza, politicamente corrette, ormai un cult nel Bignami del calcio. Del tipo: «la Roma è una grande squadra, che si è rinforzata, che è più consapevole della propria forza», «che sarà una partita importante, ma non decisiva per lo scudetto»,«che non sarà un duello», «che lo Juventus Stadium è un valore aggiunto», «credo che la Roma non giocherà come la prima mezz’ora dell’anno scorso qui a Torino, viste poi le conseguenze. Credo che farà una partita completamente diversa. Noi? Vedremo…». Belle invece le parole per Totti:«Ha fatto la storia del calcio italiano insieme a Baggio e Del Piero. Si tiene bene, Garcia lo gestisce alla grande nei minutaggi, è un giocatore di grandissima tecnica, affidabilità ed esperienza». D’altronde Totti non può essere banale