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IL MESSAGGERO Garcia, scatto per la vittoria

Garcia conferenza stampa Roma-Bayern Monaco(U. Trani) – L’Olimpico è sold out. Tutto esaurito. Il flash back riporta al 17 giugno 2001, all’ultima di campionato contro il Parma e la festa per il terzo scudetto. Stasera è solo la gara numero 3 delle 6 della fase a gironi di Champions, ma quando l’ospite è il Bayern Monaco non bisogna stupirsi del ritorno al passato e quindi dell’affluenza di pubblico. La gente, comunque, non guarda indietro e si gode il presente. E’ la notte giusta per saperne di più sulla Roma. Che è seconda in campionato, a un punto dalla Juve, giusto perché Rocchi l’ha massacrata nello scontro diretto del 5 ottobre a Torino, e che vive da seconda anche nel gruppo E, dove proprio il club bavarese la precede di due punti. «Il nostro obiettivo è ribaltare il pronostico iniziale che ci dava fuori quando c’è stato il sorteggio» chiarisce Garcia prima del faccia a faccia con Guardiola. «Può accadere di tutto: è il bello del calcio. Sono forti, ma non hanno già vinto». Il francese avverte il collega catalano. Il sorpasso fa parte del gioco. Anche perché i giallorossi, in questa stagione, hanno ottenuto l’en plein in casa: 5 successi in 5 gare.

NUOVA REALTÀ – Outsider o mina vagante: a Trigoria, i diretti interessati, descrivono così la propria squadra. Anche se dopo il pari di Manchester, la situazione è di fatto cambiata. Come il ruolo della Roma nel gruppo E. Il vantaggio di 3 punti sul City vale più della posizione in classifica. E il tweet di Garcia è la sintesi della sua conferenza stampa: «Rispettiamo sempre i nostri avversari, ma non abbiamo paura di nessuno: abbiamo fame e voglia di fare una grande gara». Non sarà semplice comportarsi come al solito, spettacolo e gol, anche perché il Bayern, almeno in Champions, è stato finora cinico e spietato: con 2 gol ha preso 6 punti. Due successi per 1 a 0 contro il City a Monaco, rete di Boateng, e contro il Cska a Mosca, rigore di Mueller. E Neuer, sommando pure le ultime sei in Bundesliga, non subisce gol da 8 partite. Il gruppo di Guardiola, nonostante la stitichezza in coppa, semina reti in campionato: 21. I giallorossi, da questo punto di vista, non modificano le abitudini nelle due competizioni. Con il coinvolgimento dei sei attaccanti in rosa: Totti e Destro (3 gol), Gervinho, Iturbe, Ljajic e Florenzi (2). Alla fine la media realizzativa è però simile: 2,3 per il Bayern e 2,22 per la Roma.

ESAME D’ATTACCO – Il tridente di Garcia contro il muro di Guardiola. Il test vale anche per raggiungere quota 100 gol in Champions. Ma il match dell’Olimpico offrirà per forza altro. Il ritorno del Pep, ex centrocampista giallorosso (per sei mesi) e prima di diventare allenatore dal palmares fantastico (14 titoli in 4 anni con il Barça e subito 4 nel primo anno a Monaco), quello di Benatia, ex difensore romanista che per Garcia non merita nemmeno la citazione «perché io parlo solo dei miei calciatori», e anche quello di De Rossi che, dopo 3 anni e mezzo, rigioca in Champions. E vedremo davanti a Totti la sfilata dei campioni del mondo in carica, da Lahm a Mueller, da Neuer a Goetze e Boateng.

TATTICA E PASSIONE – «Puntiamo a superare il turno: con un bel risultato contro il Bayern diventerebbe più vicino, pure se saremo solo alla metà di questo mini torneo che è la prima fase della Champions» spiega Garcia. «Abbiamo tutto da guadagnare». Il francese carica il suo gruppo, al quale consiglia «entusiasmo e gioia: sono l’atteggiamento giusto per questa gara. Che è difficile per noi e speriamo lo diventi anche per loro». L’effetto Olimpico si sentirà. «Lo vedrò pienissimo, proprio per noi e per una sfida di alto livello. Poi ci sarà la verità del campo, avremo i nostri momenti e li sfrutteremo». Sta studiando da settimane i rivali, partite di questa stagione e pure della precedente, a cominciare dal trionfo del Real a Monaco: «Le ho analizzate perché anche un dettaglio può fare la differenza. Il nostro gioco non cambierà, ma useremo l’intelligenza. A volte c’è una strategia che mettiamo a punto, ma dobbiamo avere anche un piano B che può aiutare. Guardiola ha grandi campioni, ma anch’io ho la fortuna di allenare calciatori importanti e d’esperienza».

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