(S. Carina) Aspettando di vederlo in campo, Kevin Strootman ritrova la parola: «Dopo l’operazione non c’erano più dubbi, solo un obiettivo – ha spiegato al sito Nike.com – Ciò che accadeva fuori dalla palestra, la routine quotidiana, sembrava tutto complicato ma quando ho iniziato la riabilitazione ero concentrato sull’obiettivo. Voglio tornare a giocare prima possibile, ma solo quando sarò di nuovo al 100% e potrò essere utile alla squadra. Non penso alla prima partita ma al primo gol nel nostro stadio».
L’ODISSEA – L’ex Psv è fermo dal 9 marzo quando s’infortuna nella gara di campionato col Napoli. Nove giorni dopo viene operato presso l’ospedale AMC di Amsterdam. Rimane due ore sotto i ferri: ad occuparsi del suo ginocchio sono i professori van Dijk e Kerkhoff assieme al dottor Heijboer, alla presenza del responsabile sanitario giallorosso, il dottor Colautti. L’intervento riesce perfettamente: durante l’operazione gli viene ricostruito il legamento crociato anteriore e vengono trattate le lesioni al menisco interno ed esterno. Strootman inizia la riabilitazione ad Amsterdam e decide di seguire il protocollo medico stilato per lui dai professori olandesi che prevede il ritorno in campo dopo 8 mesi (novembre). Un protocollo che è più lungo rispetto a quelli che normalmente vengono utilizzati in Italia che accorciano i tempi di 45 giorni. Alle terapie, Kevin abbina esercizi per la forza e periodicamente viene controllato dal fisioterapista del club, Marco Ferrelli, che lo raggiunge in Olanda. Dopo 90 giorni di lavoro ininterrotto, a fine giugno il centrocampista si concede una breve vacanza ad Ibiza. L’appuntamento a Trigoria è per il raduno: Garcia decide di aggregarlo alla squadra per la tournée americana. Il tecnico infatti ritiene che averlo in gruppo sia più produttivo che lasciarlo a casa a lavorare da solo. A Boston è visionato anche dal capo dei preparatori atletici dei Celtics, uomo di fiducia di Pallotta.
EQUIVOCI E RITORNO – Il fatto però che la Roma non abbia mai comunicato i tempi del possibile rientro, genera l’equivoco – considerando il protocollo medico che viene utilizzato nel nostro paese – che il calciatore possa tornare a disposizione per fine settembre. E’ Emanuelson, il 1 agosto, a gelare le speranze: «Speriamo che torni più forte, anche se mancano ancora tre mesi». Tre mesi? Calendario alla mano, dunque, prima di novembre non se ne parla. Il club, evidentemente spiazzato dall’ex rossonero, tramite Garcia glissa con ironia: «Urby è medico? Non lo sapevo, abbiamo allora un nuovo dottore». Il resto è storia recente: il ginocchio continua a rispondere bene al lavoro atletico e tecnico. Dieci giorni fa Strootman riprende confidenza con il pallone e complice una dichiarazione del tecnico («Mi auguro di averlo a disposizione il 10 dicembre contro il City») in città riparte il toto-rientro. Intanto la prossima settimana tornerà ad allenarsi parzialmente con il gruppo. Se non ci saranno contrattempi, con la nuova pausa del campionato prevista il 15 e 16 novembre, il ritorno in campo è atteso il 22 a Bergamo, contro l’Atalanta.
INCONTRO PER RABIOT – Per gennaio invece la Roma stringe per Rabiot. L’idea (con il sì del Psg) è quella di replicare un’operazione stile-Sanabria: nonostante il calciatore sia in scadenza a giugno, versare una parte fissa intorno ai 5-6 milioni più altrettanti in bonus. Ieri, intanto, c’è stato un importante incontro a Roma tra il club giallorosso e gli agenti del calciatore.